Dentro il cassetto tengo sempre a portata di mano un quadernone grande, a quadretti piccoli, su cui sono solito scrivere a penna appunti e idee. Lo ammetto, il quaderno è qualcosa di orribile, ma è un modo pratico che ho sempre usato per scrivere la storyline dei libri, oppure qualche spunto fondamentale. Non sono il tipo alla Stephen King che gira con il registratore tascabile, mi sentirei un idiota.
Su questo quadernone, ho iniziato a buttar giù le prime idee di Estasia 3. Il titolo è già pronto, e molte nodi della trama già mi ronzavano in testa quando finii Estasia2. Ma mancava una grossa parte, e non riuscivo a trovare il modo di scioglierla.
Ieri sera, verso l’1 di notte, una luce si accende. Lumos! L’idea è arrivata da sola, folgorante.
Mi sono alzato dal letto, cosciente che se avessi rimandato a oggi mi sarei perso il 95% delle idee. E’ già successo in passato e non amo ripetere gli stessi errori.
Ho aperto il quadernone e ho scritto 4 pagine fitte di appunti. Adesso le lascio a riposare per un po’, per poi riprenderle in mano e capire quanto di buono c’è in questo delirio.
Vi spiego meglio. Io (non voi, lo so) sono giunto al terzo capitolo di Estasia. Da un lato la cosa è abbastanza facile e mi fa sentire a mio agio: esiste già un mondo, ho costruito una storia e dei personaggi. Ma sia in E1 che in E2 ho lasciato molti punti aperti. Adesso è l’ora di richiuderli e occorre la massima attenzione per non perdersi qualche pezzo della trama o, ancor peggio, concludere in modo sbrigativo dei punti per i quali i lettori hanno giustamente grandi attese.
Un po’, tornando al titolo del post, quello che ha fatto la Rowling in HP7. Troppa carne al fuoco, troppe sottotrame chiuse in modo superficiale e non esaustivo.
Una cosa è sicura, ho intenzione di chiudere tutto con Estasia3. A oggi, non vedo ulteriori prosegui della saga. Sarò sincero, non voglio portare Estasia all’infinito. La saga nasce e vive in una particolare atmosfera e so che, continuando a scrivere libri su questo mondo, la struttura iniziale ne risulterebbe snaturata. Quindi Estasia non ha più niente da dire? Tutt’altro. E non solo perchè ci sono affezionato, ma soprattutto perchè ho la convinzione che quando mi metterò a scrivere Estasia 3 (non prima di marzo 2008, con una previsione di uscita a un anno da Estasia2), nasceranno altre mille idee. Mille nuovi spunti, un miliardo di scene cozzeranno nella mia testa.
Ma sono un tipo testardo, ho mente in altro per il futuro. Ma è anche vero che oggi non mi è possibile prevedere ogni cosa del futuro. Sono sincero al massimo, dipenderà anche dagli stimoli che riceverò dai lettori, e quanti di voi vorranno ancora leggere il mondo di Estasia.
Ma è tutto molto prematuro. Sono solo pensieri inquieti e senza fondamento.
Per adesso mi concentro sulle ultime battute di Estasia2 e sulla strutturazione dell’ultimo episodio della trilogia.
Lo avrete capito, sono tornato a lavoro.
Su questo quadernone, ho iniziato a buttar giù le prime idee di Estasia 3. Il titolo è già pronto, e molte nodi della trama già mi ronzavano in testa quando finii Estasia2. Ma mancava una grossa parte, e non riuscivo a trovare il modo di scioglierla.
Ieri sera, verso l’1 di notte, una luce si accende. Lumos! L’idea è arrivata da sola, folgorante.
Mi sono alzato dal letto, cosciente che se avessi rimandato a oggi mi sarei perso il 95% delle idee. E’ già successo in passato e non amo ripetere gli stessi errori.
Ho aperto il quadernone e ho scritto 4 pagine fitte di appunti. Adesso le lascio a riposare per un po’, per poi riprenderle in mano e capire quanto di buono c’è in questo delirio.
Vi spiego meglio. Io (non voi, lo so) sono giunto al terzo capitolo di Estasia. Da un lato la cosa è abbastanza facile e mi fa sentire a mio agio: esiste già un mondo, ho costruito una storia e dei personaggi. Ma sia in E1 che in E2 ho lasciato molti punti aperti. Adesso è l’ora di richiuderli e occorre la massima attenzione per non perdersi qualche pezzo della trama o, ancor peggio, concludere in modo sbrigativo dei punti per i quali i lettori hanno giustamente grandi attese.
Un po’, tornando al titolo del post, quello che ha fatto la Rowling in HP7. Troppa carne al fuoco, troppe sottotrame chiuse in modo superficiale e non esaustivo.
Una cosa è sicura, ho intenzione di chiudere tutto con Estasia3. A oggi, non vedo ulteriori prosegui della saga. Sarò sincero, non voglio portare Estasia all’infinito. La saga nasce e vive in una particolare atmosfera e so che, continuando a scrivere libri su questo mondo, la struttura iniziale ne risulterebbe snaturata. Quindi Estasia non ha più niente da dire? Tutt’altro. E non solo perchè ci sono affezionato, ma soprattutto perchè ho la convinzione che quando mi metterò a scrivere Estasia 3 (non prima di marzo 2008, con una previsione di uscita a un anno da Estasia2), nasceranno altre mille idee. Mille nuovi spunti, un miliardo di scene cozzeranno nella mia testa.
Ma sono un tipo testardo, ho mente in altro per il futuro. Ma è anche vero che oggi non mi è possibile prevedere ogni cosa del futuro. Sono sincero al massimo, dipenderà anche dagli stimoli che riceverò dai lettori, e quanti di voi vorranno ancora leggere il mondo di Estasia.
Ma è tutto molto prematuro. Sono solo pensieri inquieti e senza fondamento.
Per adesso mi concentro sulle ultime battute di Estasia2 e sulla strutturazione dell’ultimo episodio della trilogia.
Lo avrete capito, sono tornato a lavoro.
E’ una scelta coraggiosa la tua.
Pochi autori comprendono l’importanza della parola “fine” per una saga. Lo dico da lettrice che
si affeziona moltissimo ai personaggi di cui legge e in cui spesso si immedesima, ma proprio per questo so quanto è bello poter gustare una trilogia dall’inzio alla fine sapendo che avrò tutto da quel libro, perchè poi non ci saranno prove di appello e quindi so che l’autore mi sta dando il massimo.
Mi da sicurezza, la certezza che la storia ha avuto un bell’inizio e avrà la fine che le vicende hanno inesorabilmente indiacato.
Insomma, scelta coraggiosa che approvo in pieno. Anche se immagino che per l’autore la parola “fine” sia davvero emotivamente difficile da apporre.
-mirtilla
Bravo, vedo che procedi col tuo lavoro di scrittore e mi fa molto piacere. 🙂
Riguardo al quaderno suggerisco l’uso di un Moleskine così sei un pochino più “trendy” 😛
Vedi Mirtilla, l’importante è affezionarsi alla scrittura ma non a un libro.
Le idee, per fortuna, non mi mancano per scrivere di altri mondi. Ho già in progetto altre due storie, completamente diverse da Estasia. Altri due mondi.Sinceramente l’unico input è dai lettori, se desiderano leggere ancora di Estasia la scriverò.
Ma non sarà più la mia unica attenzione, io guardo altrove.
X Valbe: sì, mi hanno regalato una Moleskine per Natale. Ma quel quadernone mi spiace buttarlo. E’ troppo brutto e la Moleskine troppo bella.
@Danny: hai detto una cosa molto saggia: uno scrittore non dovrebbe affezionarsi al libro ma alla scrittura in sè. E’ quella la sua vocazione, è quello il dono che porge ai lettori.
Su questa cosa rifletterò, ah se rifletterò!!
-mirtilla
ps: a questo punto sono proprio curiosa di leggere!!
Un esempio: una cosa che apprezzo di Martin, per esempio, è che non si affeziona a nessuno dei suoi personaggi e li uccide tutti 😀
Anche se, mi pare di capire, le sue cronache stiano diventando una specie soap opera epica. Motivo che mi ha sempre spinto a rimandarne la lettura. Come ho detto qualche post addietro l’ho iniziata e per adesso ne sono soddisfatto. Ma averne 8, molti dei quali inconcludenti, mi delude a priori.
Su HP vediamo che succede. Si parla di un ottavo? Ovvio, se la Rowling è a posto, non è detto lo sia il suo entourage. Per adesso il libro mi piace, ma è spesso troppo prolisso. Mi chiedo, vogliamo chiarire tutti i punti in sospeso nelle 100 pagine finali?
@Danny: non ci crederai ma pensavo esattamente a Martin quando scrivevo… sarà anche vero che non si affeziona a nessun personaggio e che stermina con un certo gusto tutti quanti, ma il problema suo è un altro. E’ prolisso e autocelebrativo. Ma se prendi le Cronache come una soap opera in cui: i personaggi sono centinaia ma sono determinanti a tratti, in un tomo si e nell’altro no; i personaggi sono morti davvero solo se c’è un cadavere sennò attenditi di ritrovarlo qualche tomo più avanti; le persone si nascondono e cambiano nome solo per confondere un altro pà le idee… bhè, se la prendi così Martin è un grande!!
Quanto a HP7 lo sto leggendo in questi giorni. Purtroppo mi sa che restermo un pò delusi, temo che la Rowling stavolta non farà quadrare il cerchio della storia nel modo perfetto a cui ci aveva abituato. Vedremo, per ora è solo una sensazione.
-Mirtilla
Diciamo anche che il genere “brodo allungato” ha i suoi estimatori.
Pensate anche a Jordan e Goodkind, opere sterminate che superano le 6-7.000 pagine. 🙂
Esatto Valbe, motivo per cui ho schivato Jordan e Goodking. Non è bello da dirsi, lo so, ma sapere di dover leggere un’enciclopedia non mi stimola. E non mi piace lasciare le cose a metà (uno dei pochi fantasy per cui l’ho fatto è stato Paolini).
Per HP7, che dire… per ora non mi sta entusiasmando. Sono mosso più dall’affezionamento alla saga che dalla storia.
Insomma, la vedo scarsa di idee. Sta pozione polisucco compare una pagina sì e l’altra pure.
L’Horcrux al collo non vi ricorda un po’ troppo l’effetto dell’anello di Frodo?
Per carità nulla di male a riprendere un po’ l’idea, io stesso ho preso Ende come fonte di ispirazione primaria, non posso di certo criticare gli altri.
Ma se fossi al settimo libro di una saga ultrabilionaria, beh, mi spremerei le meningi.
Ok scusate, il rientro a lavoro mi ha reso polemico e acido 😀
E’ bellissima la sensazione dell’idea che all’improvviso si impossessa di te, lo so perchè mi succedeva quando disegnavo.
E’ un qualcosa che non si può decidere, succede e basta.
In bocca la lupo!
@Danny: allora siamo in due -_-
Concordo con le tue impressioni su HP 7. Tutto troppo facile o troppo scontato. Oddio, è pure vero che apprezzo lo stile asciutto e diretto al problema, diciamo che dopo sei libri in cui è accaduto di tutto, l’ultimo testo può anche essere stilisticamente fatto per rispondere all’incresciosa domanda: morirà o no? Ma il bello della Rowling erano le sue trovate, la costruzione perfetta del plot, gli indizi sparsi e le quadrature del cerchio.
Ahimè non mi pare che nei Doni della Morte la Rowling abbia mantenuto questo stile.
@Valberici: esatto. Di loro non sono riuscita a leggere nulla perchè sapevo di questa tendenza… di Martin, ahimè, lo ignoravo e ora sono assuefatta! Chi invece è prolissa ma non mi stanca mai è Katherin Kerr e, ovviamente, la Bradley (cha ha fatto una scelta ottima con Darkover: libri autoconclusivi ma inscritti in una una linea storica ed evolutiva precisa).
-mirtilla
X Nimro: ecco, mi hai capito al volo. E’ una forza che ti spinge giù dal letto all’1 di notte. 🙂
Speriamo che ci sia sempre, questa fiammella. E se scomparisse un giorno? Oddio…
X Mirtilla: dunque, io sono a pag 380 su 700, quindi spero migliori. Ma concordo con te, la Rowling ci aveva abituato a dei colpi di genio spiazzanti. (il quarto libro è qualcosa di meraviglioso). Adesso mi pare faccia un re-using della sua letteratura senza aggiungere nulla di nuovo.
Davvero, se bevono di nuovo una polisucco mi scolo un grappa. 😀
A me invece la prolissità non dispiace.
Ovviamente il brodo anche se allungato deve comunque essere buono altrimenti faccio a meno di berlo. 😉
Tuttavia i primi due libri di Goodkind (riuniti dalla Fanucci in volume unico) li consiglio, sono abbastanza “conclusivi”. 🙂
Scelta coraggio Fra,concordo con Mirtilla. Comunque non vedo l’ora di leggere i tuoi prossimi libri! Anche quelli che non saranno legati ad Estasia… 😛
X-Bye
@Valberici: Goodkind….hmmm…. quasi quasi mi lascio tentare….tanto stasera HP 7 sarà bello che concluso! ^^
@Danny: io sono più avanti ma non ti dico nulla… cmq preparti alla sbronza!!
-mirtilla
X Imp: Madre coraggio? 😀
X Mirtilla: Oh, si prospetta una bella serata. Faccio scorta di grappa. Già che ci sono anche una bottiglia di Vodka. Così le mischio, polisuccamente. 😀
@Mirtilla: del resto i citati autori “devono” essere letti da un appassionato di fantasy….anche solo per poterne poi parlar male 😉
@Fra: lascia perdere ‘sti liquori stranieri e concentrati sulla produzione nostrana.
E tieni il quaderno sottomano….hai visto mai che dopo la grappa…. 😛
Ottimo consiglio Valbe 😉
Solo tre libri! Ma sono pochissimi!
Non puoi scriverne di più?
Miche