Vecchie abitudini

Un week end lungo, per fortuna senza pioggia, all’insegna del freddo e del totale relax. Un incontro molto interessante alla fiera Più Libri più Liberi, per un progetto che dovrebbe vedere la luce nel 2010.
Ma, come sempre, è d’obbligo fare l’albero di Natale l’8 dicembre.
Non ricordavo che fosse così complicato.
Ho impiegato solo due ore per montare l’albero (ok, ho un albero di natale sfigato), poi sono passato ai vari addobbi. Niente male, alla fine. Magari posto qualche foto i prossimi giorni. E’ che ho una fissa incondizionata per le lucette, e le ho appese dappertutto. Un ristorante cinese è meno carico della mia sala, ve lo giuro.
Poi, come accade in questi momenti, i ricordi della mia infanzia sono riaffiorati. Ho ripensato a quando ero piccolo, e vivevo il Natale con trepidante attesa. Alle elementari si cantavano le canzoni di Natale (non me ne ricordo più neppure una, deo gratias per le orecchie altrui), si costruivano tante cose con la colla e il cartone, da portare a casa per entusiasmare i nostri genitori. E poi la vigilia, l’attesa per Babbo Natale, il rito del momento per scartare i regali…
Ricordo che il momento più bello era quando preparavo il presepe, proprio sotto l’albero di Natale, rigorosamente finto (mio padre era un ambientalista intransigente, per fortuna). Allora andavo con mia madre nel bosco a Marina di Grosseto, alla ricerca del muschio. Era un’impresa faticosa trovarlo, staccarlo con il coltello, riempire pesanti buste. Infine arrivava la parte più creativa, perché ogni anno il presepe cambiava. Certo, i Re Magi, Bambin Gesù, la capanna, il bue e l’asinello, la Stella Cometa e il pecoraio sfigato erano le costanti. Però si cambiava sempre la loro disposizione, a volte costruendo dei piccoli laghetti con la carta stagnola, dei sentieri con il riso, delle piccole colline con il cartone. Insomma, un presepe che diventava grosso più di un metro quadro.
Un impegno non indiffernte, ma ne sento nostalgia. Adesso i presepi sono super tecnologici. Quando ancora hanno una lontana parvenza di Gerusalemme (e non diventano il presepe dei puffi, delle winx o dei Thun), in realtà sono provvisti di motori per creare vere cascatelle d’acqua, luci che si accedono dentro le case, botteghe con personaggi che si muovono. Insomma, cambiano i tempi, i presepi sono più belli, ma non hanno il calore della semplicità delle cartapesta.
Perché allora c’era il sentimento. Un sentimento trasformatosi in bellissimo ricordo.

5 Commenti

  1. Acc… mi sono dimenticata di fare l'albero. Mi sa che fino al prossimo we non se ne parla 🙁

  2. Allora eri in famiglia e adesso sei un pochino più solitario oltre che nel mezzo del cammin della tua vita.
    Cosicchè direi che un po' di malinconia è inevitabile 😉

  3. Nel presepe che ho fatto oggi è tutto "naturale" niente di meccanico… le montagne sono sassi veri… XD giusto la neve è finta xD

    X-Bye

  4. Il mio albero di natale è alto 40 cm. Le palline sono attacate costantemente e i rami si abbassano per entrare in funzione e si alzano per riporre l'oggetto nella scatola.

    Eppure non mi soddisfa. Non riesco nei confronti di questo albero ad evere il giusto trasporto.

    Credo sia perchè non ha un'apertura ad ombrello. Così ci metterei trenta secondi a montarlo, invece del solito quarto d'ora.
    Sarebbe fantastico!

    😀

    Fab

  5. io ho appena finito di fare il presepe che come ogni anno è posizionato dentro al camino del soggiorno (che non utilizziamo). tengo a specificare che non c'è niente di automatizzato, il fiume è di carta alluminio, i vialetti di sale grosso e i personaggi sono alti (come da tradizione) il doppio delle case!
    😀
    ovviamente ho lasciato uno schifodi muschio, rametti e sale grosso quindi ora vado a pulire…
    un abbraccio a tutti 🙂
    elena

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