Qualche giorno fa, prima di partire per Parigi, ho terminato la (ri)lettura de “Il Fuoco della Fenice” di Luca Azzolini.
Rilettura, come dicevo, in quanto ho avuto il piacere di visionarlo prima della messa in stampa. L’editore La Corte mi aveva infatti fornito la bozza pre-editing. Ergo, prima di esprimere un giudizio complessivo ho voluto leggere la versione che potete trovare sugli scaffali delle librerie.
Nessuna grossa novità, ribadisco quindi il mio giudizio positivo sulla prima opera di Azzolini. Un libro che mi ha decisamente sorpreso, specialmente se consideriamo che si tratta del romanzo d’esordio, ben sopra alla media di ciò che spesso ho letto.
Non c’è bisogno che vi parli della trama, la potete leggere sulla notizia di FantasyMagazine. Ciò che mi ha colpito di più in questo libro è l’atmosfera che Azzolini è riuscito a ricreare, le descrizioni urban della Grande Metropoli sono sintetiche ed efficaci, spesso riproposte da una diversa angolazione in modo tale da fornire un quadro completo e suggestivo sull’ambientazione del romanzo.
Azzolini scrive bene, è un dato di fatto, benché a mio avviso alcune esondazioni stilistiche potevano essere arginate. Idem per le descrizioni di Twil, la protagonista, che troppo spesso si ripercuotono sulla caratteristica peculiare della protagonista: gli occhi rossi. I dialoghi funzionano, freschi e vivi, anche se ho trovato l’affiatamento tra i due primari un po’ troppo affrettato. Avei preferito qualche pagina in più, magari un incontro particolare (quella che definisco una situazione estrema), in modo tale che fosse più tangibile e credibile l’attrazione tra i due ragazzi. E, inevitabilmente, l’incontro/scontro fra Twil e Alcor tende a mettere in ombra quest’ultimo, benché con stratagemmi narrativi Azzolini spesso torni a raccontarci il suo passato, dando così una spiegazione del suo complesso carattere.
Superba, invece, la figura della Predicatrice, è il personaggio che più mi è piaciuto nel libro. Delineati alla perfezione, con poche spennellate efficaci, la sua follia, la sofferenza che nasconde nel suo animo, l’amore cieco per il suo Dio. Intriganti e suggestive, infine, le scene in cui i suoi seguaci si muovono nella metropoli. Decisamente ben riuscite.
Insomma, così come ho scritto nella quarta del libro, sono rimasto molto soddisfatto da questo romanzo, che vede commistioni di fantasy, fantastico e, se vogliamo, anche di fantascienza, con una punta di romanticismo che non si rivela mai affettata.
Un ottimo punto di partenza per Luca Azzolini.