Con la simpatica funzione di autopubblicazione, questo post andrà online mentre girello per Parigi 😉
Capita spesso durante le presentazione dei miei libri o nelle interviste che mi sia chiesto quale libro mi sarebbe piaciuto scrivere. Bene, adesso posso dire che avrei voluto creare la storia de “Lo strano caso di Benjamin Button”. Ho visto il film l’altra sera prima di partire per Parigi e ne sono rimasto davvero impressionato, non solo per l’originalità della trama ma soprattutto per come sono reinventati i sentimenti. Benjamin nasce vecchio, orfano di madre che muore dandolo alla luce, abbandonato dal padre che vede in lui solo un orribile mostro.
Benjamin cresce in uno ospizio, vivendo l’adolescenza con un minuscolo corpo di settantenne ma un animo ragazzino, e lo spettatore vede la vecchiaia con i suoi occhi da un’angolazione del tutto particolare. Benajmin cresce e allo stesso tempo ringiovanisce, sentendosi sempre più vivo e bisognoso di conoscere il mondo. Un mondo che lo rifiuta e lo tratta come un diverso, in un’epoca tormentata a cavallo tra le due guerre mondiali.
Poi, come ogni storia che si rispetti, giunge anche l’amore, un amore che corre però su binari paralleli e inversi. Lei invecchia, lui ringiovanisce. Lei è destinata alla morte in un corpo debole e consumato, lui a ritornare un neonato.
Non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa del film. Non aspettatevi colpi di scena o effetti speciali alla Marvel, ciò che vince in questa storia è la semplicità dell’emozione, del sentimento visto da una prospettiva del tutto particolare.
davvero incantevole questo film.
sarà che venivo da quella immensa "sola" di watchmen, che me lo ha sicuramente fatto apprezzare di più. l'ho trovato di una semplicità e naturalezza sconvolgenti, una rivisitazione del significato della vita che afferma e sostiene ciò che in realtà sappiamo già e cioè che tra il nascere e il morire c'è poca differenza quel che conta è ciò che c'è nel mezzo… e molto di più.
bon sejour dans la ville lumiere 🙂