Pubblicità Albatros per scrittori esordienti

Da un po’ di giorni vedo su Canale 5 la pubblicità del Gruppo Albatros. Siccome sono diffidente per natura e in passato ho parlato più volte della piaga dell’editoria a pagamento (You pay, You Publish), ho fatto una breve ricerca su internet. Gruppo Albatros, che include la nota casa editrice il Filo.

Nota anche a me, perché ricevetti dopo pochissimo tempo una proposta per Estasia 1, che prevedeva un contributo di migliaia di euro. Proposta che ovviamente rifiutai all’istante.

Ora, so bene che tra i lettori di questo blog ci sono molti aspiranti scrittori. Alcuni ben rodati, altri forse un po’ meno esperti, che ancora sono indecisi quando/a chi/ come inviare il proprio manoscritto. Bene, mi rivolgo a questi ultimi. Nell’articolo sopracitato, potete leggere tutto quelle che penso dell’editoria a pagamento, e delle sue conseguenze.

Tornando invece al discorso Il Filo Editore, rimango piuttosto meravigliato di come sia riuscito a espandersi il gruppo, tanto da permettersi una pubblicità perfino su canale 5. Il che, suppongo, costa tanti tanto soldi.

Che il contributo per pubblicare il tuo libro (o forme similari, come l’acquisto obbligatorio di copie o parcella editing), sia la forma di introito maggiore? Chissà, forse. Perché io un libro il Filo non l’ho mai visto in libreria. Mi sarà sfuggito, che vi devo dire. Ma se una casa editrice non si presenta con pile di libri, è difficile che raggiunga vendite stellari, tantomeno aumentare il capitale a tal punto da permettersi una pubblicità sulla Mediaset.

Illazioni, certo. Mie opinioni personali che derivano tuttavia dalla conoscenza del meccanismo dell’editoria a pagamento. Che non è editoria. E’ solo stamperia a prezzo salato. Divertente Wikipedia, che non accenna a questo fatto ma, tra le voci correlate, mette “Autore a proprie spese.”

La pubblicità su canale 5 spinge molti autori a informarsi sul Gruppo Albatros. A spedire il manoscritto, del quale riceveranno una proposta di pubblicazione. Ecco la parola magica che vuol dire tutto e nulla. Ma nel sito si spiega con chiarezza che:

In cosa consiste la proposta editoriale?
Gli autori selezionati riceveranno una proposta contrattuale per la pubblicazione del loro testo all’interno di una delle nostre collane. A seconda della collana di riferimento, e quindi delle potenzialità commerciali dell’opera selezionata, saranno definite le condizioni contrattuali.

Nulla appunto. Una confusione totale. Ma, visto che in molti avranno chiesto se era previsto un contributo, il Gruppo Albatros spiega in modo ancor più esaustivo:

È previsto un anticipo sui diritti a vantaggio dell’autore o un contributo economico che l’autore dovrà versare per accedere alla pubblicazione?
I contratti da noi proposti possono prevedere sia un anticipo sui diritti a vantaggio dell’autore, sia l’obbligo di acquisto di un quantitativo minimo di copie da parte dell’autore.

Ah ecco, quindi mi viene da pensare che contributi ci siano solo se l’opera non è ritenuta super valida, o forse non tropo commerciale, o azzardata o chissà cosa. A parte il fatto che ritengo vergognoso che una casa editrice chieda contributo all’autore per accedere (accedere!? ma che è il paradiso degli eletti?) alla pubblicazione. Sarebbe interessante se fornisse delle % di quanti libri pubblica a proprie spese e da quanti invece intasca il denaro delle copie acquistate obbligatoriamente. E magari, di quelli pubblicati senza il gettone d’accesso, quante copie stampate, distribuite e dove. Invece, c’è da apprezzare che renda nota la possibilità di richiesta contributo. Sembra una sciocchezza, ma non lo è, visto che tanti altri editori sono ben attenti a nascondere il particolare.

Sono illazioni? Li definirei dubbi legittimi, specie dopo aver letto tanto a giro, come l’esperienza di Chiara Vitetta, oppure  cosa ne pensa il sito di WriterDreams, che da sempre cerca di far luce sulle modalità di pubblicazione di molti editori (e, per la loro onestà, più volte sono stati minacciati di diffamazione, ma cercando bene in rete, sembra che non siano soli).

Possiamo continuare con un articolo di Paolo di Stefano sul quotidiano il Corriere, e andare avanti per ore, se ne avete voglia. Oppure accettare anche qualche buon consiglio, come da Elisa di Blogosfere.

Insomma, uomo avvisato mezzo salvato. Oppure anche no.

67 Commenti

  1. Pingback: Pecunia non olet « Gumwriters

  2. Premetto che ho pubblicato con Albatros e che non la difendo ma sembra che in rete sia l’unico editore così attaccato da tutti. Ora sto cercando di pubblicare il mio secondo libro e(proprio Albatros) mi propone di pubblicare con loro non a pagamento(sì ho detto non, sembra strano ma è così), mentre altri editori, quali: Edicolors, Giovane Holden e Sensoinverso Edizioni (giusto per citarne 3) sarebbero ben lieti di pubblicarmi ma ancora a pagamento…ovviamente in nessuna parte del loro sito viene enunciato il fatto che chiedano contributo…Ho fatto diverse fiere in cui purtroppo solo ed esclusivamente Albatros viene nominata e (giustamente) etichettata. Così facendo però vengono spesso danneggiati gli autori e non la casa editrice (esempio lampante la fiera di Mantova di quest’anno dove dopo una certa intervista chiunque avesse un libro dell’Albatros allo stand non veniva più calcolato). Voglio invece spezzare una lancia a favore di un nuovo editore non a pagamento (e meno male) che è Plesio editore.

  3. Pingback: Pecunia non olet « giramenti

  4. Come tante centinaia di migliaia d’italiani anche io ho avuto l’idea di scrivere un libro.
    Dopo poche pagine ho lasciato perdere, però poi son tornato su questo progetto diverse
    volte a distanza di vari anni. Avevo iniziato nel 1998 e l’ho finito nel 2010. Ero consapevole,
    e lo sono tuttora, che Folle estate, il mio romanzo, fosse poco commerciale, perché è un
    libro molto stravagante, come si può intuire vedendolo su You Tube.
    Quando l’ho spedito all’Albatros non sapevo nemmeno che chiedessero un contributo
    economico e vedendo che la risposta non arrivava credevo che l’avessero scartato.
    Quando dopo diversi mesi mi è arrivata la proposta editoriale, nonostante la loro
    richiesta di denaro fosse superiore alla media perché il libro è voluminoso, ho
    deciso di accettare, proprio perché credevo che non avrei mai trovato un editore
    disposto a pubblicarlo. Comunque gli ho comunicato telefonicamente che volevo
    rivederlo, quindi anche se la proposta di pubblicazione mi è arrivata prima
    dell’estate son andato a firmare il contratto a Viterbo solo ai primi di ottobre.
    Avevo già pagato l’intero importo e nemmeno gli ho chiesto di parlarmi della
    trama del testo per verificare se l’avessero letto; tuttavia la loro collaboratrice
    dinnanzi alla quale ho firmato il contratto, e che diceva di averlo letto, mi
    ha chiesto di dov’ero. Ovviamente essendo romano le ho risposto che ero di
    Roma. Lei mi disse che credeva che fossi marchigiano. Un capitolo del mio
    libro è ambientato in una località delle Marche e vi son personaggi secondari
    che favellano col vernacolo locale. Mi è apparso chiaro che è per quello che
    riteneva fossi delle Marche, ed altrettanto evidente che quindi il libro era
    stato letto. Conosco anch’io la storia del “famoso manoscritto tarocco”, ma credo
    sia figlia di qualche loro collaboratore che abbia formulato la proposta editoriale
    senza leggere il testo per lavorar di meno. Dicono tutti che non curano l’editing,
    ma io e l’editor che mi hanno assegnato ci abbiamo lavorato per oltre un mese!
    Riguardo alle potenzialità commerciali dell’opera non mi hanno affatto illuso e mi
    han detto che dipendono da quanto mi do da fare per promuoverla. Ora le dolenti
    note. E’ vero che i libri non entrano in libreria se non nelle loro, a meno che un
    utente finale non li ordini. Alla presentazione ufficiale se non ci fossero stati i miei
    parenti avrei parlato alle sedie. Comunque ne ho fatta un’altra a nelle Marche
    che è andata decisamente meglio, anche se per l’aiuto dei miei amici di un’associazione
    culturale locale che son stati meravigliosi. C’è però da dire che quando organizzi
    le tue presentazioni l’Albatros ti fornisce il materiale cartaceo promozionale
    gratuitamente (e tra qualche mese ne ho in programma altre). Secondo me la principale
    nota negativa del pubblicare con loro (o con un altro editore a pagamento), non è tanto
    il contributo economico quanto il fatto che tutti pensano che hai pubblicato solo
    perché hai pagato, e quindi hai scarse possibilità commerciali. Quando finirò il
    prossimo libro farò di tutto per trovare un editore gratuito.

  5. Grazie Giulio di aver postato il tuo commento. Il fatto che abbiano letto il libro, perdonami, mi pare il minimo, visto che ci mettono il loro marchio e sono anche loro responsabili penalmente di ciò che viene pubblicato.
    Sul discorso dell’editing non mi esprimo, la mia opinione deriva dall’aver letto libri editi da editori a pagamento, ed erano delle sozzerie totali a livello di cura del testo.
    Sul punto distribuzione, è assurdo che la colpa ricada sull’autore. Certo, può darsi da fare, ma non deve essere un obbligo, né una colpa se il libro non va negli scaffali. Visto che hanno chiesto (a te e a tanti altri) soldi per la pubblicazione, che le investano in una distribuzione migliore. Oppure no?
    Le presentazioni sono divertenti, ma servono ben poco ai fini di una vendita corposa. Avviene anche per i grandi e famosi autori.
    Ma, sopratutto, non sono d’accordo con l’ultimo punto. L’editore è come un datore di lavoro: non si chiede soldi all’autore, ma avviene il viceversa in un mondo normale. A quanto pare, il nostro mondo non lo è.

  6. salve a tutti,
    sono una giovane ragazza che ha passione per la scrittura, eppure non mi sembrava vero ciò che ho letto, fanno una favolosa pubblicità al gruppo albatros, e poi è tutta 1 fregatura, chissà magari riuscirò a trovare anch’io una casa editrice ottima e soprattutto un’ottima redazione giornalistica, vi saluto.
    Rita 😉
    Con la speranza che cambi qualcosa!

  7. Già lo scroso anno vi ho iniato un romanzo dal titolo PANE E ARGILLA, con il conseguente contatto da parte del vostro critico che lo aea letto: siamo alle solite, io che ho scritto la storia dell’Irpinia e dle Sannio (pronta per essere pubblicata), un romanzo di eleato spessore emotivo, una raccola di noelle popolari, adesso una silloge di poesie dal titolo PROFONDO SUD, appare strano e impossibile che una casa editrice mi chieda dei soldi per la pubblicazione di questi lavori, quando inece una casa editrice dorebbe essere alle ricerca e promuoere un nuovo autore da lanciare e sfruttare. Adesso è pronto PROFONDO SUD. Che facciamo? Distinti saluti. Cambria

  8. Premetto che io sono assolutamente contrario all’editoria a pagamento, devo dire che l’Albatros, oltre a non essere l’unica casa editrice a pagamento, non è neanche una delle peggiori. Ci sono editori, e qui parlo per esperienza personale che ti chiedono anche 8000 o 10.000 euro per pubblicare. In una libreria del trevigiano, considerata una delle più grandi d’ Europa i loro libri si trovano, e anche tanti. Loro lo dicono abbastanza apertamente che chiedono contributi, e comunque ci sono più di una testimonianza di autori che hanno pubblicato gratuitamente, magari non il primo, ma il secondo libro. Ci sono editori che usano stratagemmi più subdoli, come ad esempio indire un concorso con una tassa di partecipazione di 10 – 15 euro, partecipano circa 200 o 300 persone e i conti sono subito fatti. con quell’importo sovvenzionano la pubblicazione di un presunto “vincitore”, oppure dicono che vincitori non ce ne sono perché nessun partecipante era all’altezza di una pubblicazione. Ci sono case editrici che non ti fanno pagare per la pubblicazione, ma non ti pagano i diritti d’autore per la prima edizione. Su blog come Writer’s dream alcune case editrici considerate free usano questa politica editoriale.Ci sono poi quelle case editrici che non ti chiedono un contributo, però non ti danno nemmeno una copia omaggio del tuo libro, non fanno nessuna promozione costringendo te autore ad acquistare copie del tuo libro, perché è chiaro che tu farai di tutto per promuoverlo il più possibile. Anche queste case editrici sono considerate free, e in libreria non si trova la benchè minima traccia di un loro libro.
    Francamente, se posso dire la mia opinione due sono le cose da fare per un autore: trovare una grossa casa editrice, o autopubblicarsi. Almeno si ha la certezza di quante copie si hanno venduto (sono stato nettamente imbrogliato col mio secondo libro da una casa editrice considerata free, perché non mi hanno mai tenuto veramente informato su quante copie ho effettivamente venduto del mio libro, e il bello è che non sono in grado di dimostrarlo sufficientemente da poter attivare un’azione legale), almeno si risparmiano soldi da utilizzare eventualmente per una promozione fatta come si deve. Grazie e scusate per la lunghezza del mio intervento.

  9. Intanto grazie a coloro che hanno lasciato prima di me i commenti. Anche io sconsiglio vivamente di pubblicare a pagamento. Io l’ho fatto una volta e non ci ricascherò mai più. Il mio libro, dopo un paio di presentazioni, giace nel magazzino della casa editrice alla quale mi ero rivolta. Circa Albatros, non ne ho esperienza, ma se anche loro chiederanno denaro potranno fare passi lunghi e ben distesi.

  10. Anch’io mandai il mio manoscritto “Il Ragazzo del destino” al gruppo Albatros e ricevetti una risposta dopo pochissimi giorni. Nel contratto parlavano di pubblicità su radio, giornali, canale 5… e anche della possibile partecipazione a un famoso evento di Londra. Molto accattivante, a parte una richiesta esorbitante di denaro. Mi chiesi se almeno avessero letto il romanzo, indagai su di loro, e scoprii le varie pecche che tutti sappiamo. Non intendo giudicarli o crocifiggerli, se non per il fatto che con i loro slogan sembrano proporre ALTRO… più che nuovi talenti, (perdonatemi se lo dico, sicuramente ci saranno anche persone dotate, non voglio fare di tutta l’erba un fascio), cercano ingenui disposti a pagare. Molte persone, tuttora, non sanno che esiste l’editoria non a pagamento. Per quanto riguarda la mia esperienza, consiglio vivamente a tutti di non mollare mai, di rivedere il vostro testo, di mandarlo sempre e comunque. Io ringrazierò sempre Il Ciliegio, casa editrice a doppio binario, che non mi ha chiesto niente per la pubblicazione e ha scommesso su una ragazza giovane, sconosciuta, con un malloppo di 300 e passa pagine… Lo ringrazio perché ha creduto in me fino in fondo. Quindi è questo il mio consiglio: dovete trovare un pazzo che creda in voi e nella vostra storia. Non scendete mai a compromessi, piuttosto è meglio l’autopubblicazione.
    In bocca al lupo!

  11. Si trova di tutto. Editori-tipografi che prima osannano il tuo lavoro giudicandolo ai limiti del nobel poi ti sparano cifre astronomiche per pubblicarlo. Editori disonesti che non pubblicheranno mai il tuo libro, nonstante tu abbia già versato acconti etc etc…. Tant’è. Lucrare sui sogni e i desideri altrui è un gioco molto facile e qui da noi di moda.
    Io personalmente ho pubblicato una silloge di posie ed un romanzo. Non ho mai versato un euro per la pubblicazione. Certo, bisogno darsi da fare, cercare e valutare, ma alla fine questa strada paga, in credibilità soprattutto.

  12. La casa editrice Albatros è a pagamento, e basta. Se qualcuno è contro l’editoria a pagamento eviti di inviargli il manoscritto in visione.
    Però non è vero che i loro libri non si trovano in giro. Io personalmente li ho visti, certo non con la diffusione di una grossa casa editrice, ma questo accade anche alle case editrici che non chiedono contributi. Non si trovano in tute le librerie.
    Non è vero che non fanno promozione ai loro libri, perché in diversi quotidiani sono apparsi diversi articoli dedicati ai loro autori, basta entrare anche nel loro sito per vederli.
    Non è vero che pubblicano di tutto, questo lo posso affermare personalmente perchè mi hanno rifiutato la pubblicazione di una mia raccolta di racconti.
    Ci sono tante case editrici a pagamento che non organizzano nemmeno una presentazione, il gruppo Albatros invece lo fa, e da anche la possibilità di apparire in qualche trasmissione televisiva, cosa non da poco per un esordiente.
    Ripeto, è una casa editrice a pagamento, e chiedono anche un contributo piuttosto alto, quindi se qualcuno è contro a questo tipo di politica, eviti di contattarli.

  13. Sono uno scrittore esordiente che ha pubblicato, con un gran fiasco, due romanzi. La casa editrice precedente mi ha chiesto cifre da capogiro e almeno avesse avuto la coscienza di rimborsarmi ciò che, per un lungo periodo, a causa della mia eccessiva fiducia, ho messo in grandi difficoltà economiche la mia famiglia.
    Pertanto, per essere chiari, Albatros Editrice indice concorsi gratuiti di lettura e valutazione. A me hanno chiesto dapprima una cifra astronomica non in grado di essere mantenuta. Mi sono venuti incontro dimezzandola e io, poco per volta, sto terminando di pagare le rate. La stessa casa editrice ha preferito aspettare, al contrario di quella precedente, alla pubblicazione di altri libri, con la garanzia che, se del mio romanzo vendo oltre 200 copie più quelle che mi manderebbero a casa, mi rimborsano tutto e dal secondo romanzo in avanti tutto è gratis. Se andrà bene allora penserò a pubblicazioni successive e intanto io altri due li ho affidati a booksprint di Salerno. Guardateci e ditemi.
    Purtroppo le case editrici gratuite sono come ami a cui abboccano i pesci. Ti stampano gratis i romanzi però ti fanno pagare se vuoi le copie a casa. Sento parlare di stampa in autonomia. Bisogna averne la capacità non andare a raglio come si dice dalle mie parti o si cade in abissi irrecuperabili.
    Mi ero sì scoraggiato dopo avere speso tanti soldi per nulla e tanti alla volta, specifico, ma l’Albatros ci è andata piano e mi ha dato la possibilità di pagare un po’ per volta. Un’amica libraia mi ha detto che anche lei ha libri dell’Albatros. Il Filo non so bene cosa significhi, ma la testata è proprio Albatros e, tra virgolette IL FILO.
    L’unica cosa dell’Albatros che mi ha fatto arrabbiare è il primo editore. Se l’è squagliata senza dirmi nulla. Ha cambiato lavoro o azienda, non ho capito bene, tante chiamate e messaggi e nessuna risposta. Ecco perché! Ma viene da sospettare che abbia cambiato numero di cellulare apposta per non farsi più cercare da chi l’aveva contattato in precedenza. Quella che adesso siede al suo posto mi sembra una persona disposta a proseguire ciò che abbiamo iniziato a cominciare dal contratto arrivatomi direttamente a casa.
    In poche parole Albatros aiuta gli scrittori aspiranti a farsi conoscere e, una volta pubblicato a pagamento il primo romanzo, dal secondo in avanti lo fanno gratuitamente. Così ho capito e letto da qualche parte con l’aiuto di un amico che mi ha corretto molti testi successivi. Speriamo in bene e incrociamo le dita, ma non esiste nessun editore gratuito, a meno che non si abbiano grandi raccomandazioni e un’ottima grammatica nello scrivere. Del resto scartano tutto e nemmeno si fanno più sentire, nemmeno una minima segnalazione a esordienti che aspettano conclusioni anche a breve.
    Si legge da qualche parte Le Tracce editore di Pescara, ma quelli con me hanno fatto finta di nulla, rimandato sempre la lettura per problemi familiari mai risaputi e non si sono più fatti sentire. Evitate poi la casa editrice Epika. La signora è sgarbata e solo perché mi sono permesso un’osservazione sulla sua scortesia e tenendo nascosto il mio vero nome, ha chiuso i rapporti solo perché l’ha deciso lei, sentendosi un’editrice troppo importante per avere un minimo d’umiltà.
    George

  14. I compiti di una casa editrice sono:
    1 – leggere, valutare e selezionare i manoscritti, e provvedere a contattare gli autori selezionati;
    2 – svolgere un lavoro di editing in collaborazione con l’autore, nonchè eliminare tutti gli errori di scrittura e provvedere all’impaginazione, il tutto con la supervisione dell’autore;
    3 – ASSUMERSI IL RISCHIO ECONOMICO D’IMPRESA, NON E’ COMPITO DELL’AUTORE QUESTO, BENSI’ DELL’EDITORE;
    4 – Procedere a far stampare il libro ponendo i vari codici richiesti dalla legge per rendere la pubblicazione valida a tutti gli effetti, quindi anche con i relativi depositi nelle varie biblioteche nazionali;
    5 – attuare tutta una serie di strategie di promozione, dall’ufficio stampa all’organizzazione delle presentazioni al fine di vendere più copie del libro possibile.
    IL CLIENTE DI UNA CASA EDITRICE E’ IL LETTORE, LO SCOPO DI UNA CASA EDITRICE E’ VENDERE LIBRI AI LETTORI, NON AGLI SCRITTORI.
    Quando manca una di queste caratteristiche, non ci si può fregiare del nome di “casa editrice”. Per carità, la legge non punisce l’editoria a pagamento, almeno per adesso, ma chi pubblica a pagamento non può definirsi editore in quanto non adempie a tutte le caratteristiche che ne delimitano il profilo. Certamente che di questi tempi è dura vivere di editoria, ci vuole tanta pazienza, costanza e dedizione quasi totale, non è impossibile, ci sono tanti che lo fanno e ci riescono.

  15. Ho terminato di scrivere il mio primo libro circa tre mesi fa e tutto quello che, fino ad allora mi sembrava splendido, (scrivere un thriller decisamente originale, visitare io stessa i luoghi della Toscana e dell’Emilia descritti nel mio manoscritto, provare una forte emozione alla fine della mia prima opera) quando ho iniziato l’invio alle case editrici tutto è diventato triste. Forse prima di affrontare questa avventura non mi ero ben informata dell’esistenza di quelle a pagamento. Così ho visto tre case editrici propormi la loro pubblicazione con seri compensi di denaro, più di tutte la tanto citata Gruppo Albatros. Per quelle non a pagamento i tempi di attesa si aggirano dai tre ai sei mesi e in caso di esito negativo non ti inviano neanche una risposta. Io ho cominciato a scrivere per passione non a scopo di lucro, anche perché solo i grandi autori riescono a percepire compensi. Il mio sogno è quello di vedere sullo scaffale di una libreria la mia opera mentre il risultato è questo: quelle a pagamento sfruttano il povero autore con il dubbio che, dopo tanto denaro, non riesci neanche a vederlo in libreria; per quelle non a pagamento interminabili mesi di attesa e, magari qualcuna agisce solo tramite la richiesta tramite Internet e anche in questo caso non riesci a vederlo in libreria. Sono io ad essere negativa oppure il mondo dell’editoria è proprio come l’ho descritta?

  16. @Luca

    Son pienamente d’accordo con te. La distribuzione dei libri Albatros esiste ma deve essere l’autore a spingerla. Io preferisco vendere nei mercatini ed ho già avuto un’ottimo risultato. Adesso il 17 novembre saremo a Cento per la mostra bibliografica, e chi pensa come ho letto su un sito che pretendevano i rimborsi kilometrici dalla casa editrice… O alcuni anche l’autista personale sono fuori strada. Per farsi conoscere ci vogliono sacrifici, dedizione e costanza. Sudore, sudore, sudore. Oppure conosci qualche pezzo grosso che ti pubblica la qualsiasi schifezza tu abbia scritto. P.S. Il mio libro si intitola: galline che si credono aquile. In Italia vanno avanti i raccomandati ed il nepotismo è in voga dai tempi dei Borgia. Io ho scelto la gavetta e riuscirò ad emergere costi di fare come il topo ragno.

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