Questo post nasce da alcune email che ho ricevuto negli ultimi giorni. C’è chi mi chiede l’uscita Estasia 4, chi quando sarà pubblicato il terzo libro di Prodigium.
Ci riprovo, magari è la volta buona. Non è in previsione nessun Estasia 4 né Prodigium 3. Estasia si chiude con una trilogia, Prodigium con due soli libri (come ho sempre detto, del resto).
Mano sul fuoco? No, ovviamente. Non posso sapere se fra qualche anno ci saranno le condizioni (letterarie e d’ispirazione in primis), tali da spingermi a continuare la storia. Adesso come adesso la risposta è no: finisce tutto come ho scritto.
Ecco il punto. Forse non è neppure colpa vostra, siamo tutti abituati a delle storie con un perfetto ‘happy ending. Con una chiusura chiara e palese. “Vissero felici e contenti e scomparvero nella luce del tramonto”. Oppure “una bella bomba atomica che rade al suolo tutto e tutti”. Yes, questi sono finali chiari e non lasciano margine di speranza. A meno di particolari stratagemmi che ci fanno vivere prequel o sequel di XX anni dopo coni super pronipoti.
Niente di tutto ciò. Ecco, supponiamo che voi desideriate raccontare di un particolare avvenimento della vostra vita. Cosa è successo prima? Ce lo potete narrare tramite i dialoghi dei personaggi, le forme indirette, i flashback e altro ancora. Ma cosa accade successivamente alla storia che ci avete narrato? Tante cose. I vostri personaggi saranno felici, saranno tristi. Vivranno serenamente, incontreranno altri ostacoli e difficoltà.
Perché così è la vita, un complicato incastro di eventi.
Questo troverete nel finale di Estasia e Prodigium. Uno squarcio, un flash sulla vita dei protagonisti che ho voluto narrare. Il finale, almeno per come lo concepisco, non è altro che una finestra sugli infiniti percorsi che loro potranno seguire dopo l’ultima pagina.
Esiste una regola? Certo, quella di rispettare il lettore. Di non ingannarlo per tenerlo incollato con una serie di 400 libri, fornirgli le spiegazioni alle domande che lo scrittore ha fatto nascere con le sue trame.
Tutto qui.
Le storie non finiscono mai.
Gli scrittori vi raccontano solo una parte delle storie. Sono i lettori il loro naturale complemento. Grazie alla loro immaginazione.
Penso che sia normale, per dei fans, voler un seguito, poi un altro e un altro ancora all’infinito…
Penso anche che tu abbia detto molte verità in questo post; i libri ci raccontano un pezzo di storia, il resto sta a noi lettori.
Credo anche sia impensabile cementarsi su una sola storia all’infinito… se dovessi scrivere sempre dello stesso personaggio credo smetterei di scrivere…
io sono per riconoscere l’onore delle armi a quegli scrittori che sanno allontanarsi dai loro “mondi sicuri”. staccarsi da un’ambientazione, da un personaggio, da una storia, non è facile, bisogna avere le palle quadre.
p.s. che non ti salti in mente, falco, che questo possa essere un complimento a te. 😉
Eh, ce ne fossero un po’ di più che la pensano così 🙂