In partenza per Londra, meeting di lavoro. No, niente renne stavolta, e neppure divertimento. Sarà una toccata e fuga, non avrò neppure il tempo per visitare il centro di sera. Sempre molto fortunato.
Comunque, vi lascio un’intervista sul blog di Verdernero, sempre su Gothica. Dopo aver letto uno strano tweet, aggiungo un’ultima postilla e poi perdo le speranze. Gothica non è un fantasy nè un libro di evasione, ma un romanzo sociale. Per evadere, divertirvi e magari pensare (in modo opzionale) ci sono Estasia e Prodigium. E qui chiudo, che l’ho ripetuto fino alla nausea.
Vi lascio infine un simpatico aneddoto dall’ultima manifestazione Ludika, dove prima della presentazione ero stato invitato come “padrino” per la premiazione dei racconti delle scuole medie di Viterbo e provincia. C’era qualche “spia” tra il pubblico, ecco cosa mi ha riferito:
– Questa sera per premiare i vincitori del concorso dedicato ai racconti delle scuole medie interverrà Francesco Falconi, scrittore di romanzi per ragazzi e fantasy…
[pubblico] Sì, Sì, lo conosco! E’ di Rieti!
– Falconi ha pubblicato Estasia, Prodigium e di recente Gothica e l’Aurora delle Streghe…
[pubblico] Sentito? ha vinto il premio strega!
😀
😀 Bellissima quella del premio Strega 😀
ehehe è stata dura ma ce l’ho fatta. Tanta costanza, caro mio! :p
Quindi se ho capito bene Gothica è un libro di evasione nel senso che se mi mandano in gattabuia ci posso nascondere una lima dentro? Giusto? XD
E comunque non sapevo fossi di Rieti XD
X-Bye
Io ormai ho perso ogni speranza sull’intelligenza umana, come sulla comprensione della lingua italiana. Basta usare la parola fantastico e si pensa a storie leggere di fate, nani e buoni sentimenti (ormai alla parola nano, nella mente si crea una sola immagine ed è foriera di cupi e foschi pensieri); pensare che ci sono tanti modi per parlare di una cosa non deve essere molto facile. Ma pensare è una parola grossa.
Porta pazienza, Francesco. Anzi, fai di più: dagliela sù 😛
Non porto pazienza, Ohd, semplicemente perdo le speranze. Ma poi la questione è piuttosto semplice: devo fregarmene.
Quando scrissi Estasia1 mi dissero che era troppo lineare, per ragazzini e troppo d’evasione (ed era il suo scopo).
Quando scrissi Estasia 2 e 3 ad alcuni risultarono troppo malinconici o complicati.
Quando infine scrivo un libro “fantastico” impegnato, che esce dai paletti e spinge a riflettere – cosa criticata come mancanza in questo genere -, ecco che spunta quello che vuolo solo evadere.
Il che mi fa ridere, lo ammetto.
Alla fine rimane l’unica cosa giusta da fare: scrivi ciò che senti e per gli altri, guarda e passa e non ti curar di loro 😉