Tutti abbiamo visto ieri cosa è accaduto nel nostro paese. Dalla finta fiducia a Roma messa ferro e fuoco.
Quale novità, mi chiedo. In parlamento il solito teatro, da giorni si sapeva che il governo non sarebbe caduto. Mentre i politici si divertivano a fare i pronostici, il caro presidente si preparava per la presentazione del libro dell’amico Vespa.
Ovvio, aveva già comprato i voti che gli servivano. Come contabile non lo batte nessuno, si sa.
Quale novità. Forse una, che è riuscito a legittimare ciò che è sempre stato tenuto nascosto, più o meno. E poi le immagini dei black block, il centro di Roma trasformato in una guerriglia. Immagini ben scelte dai telegiornali, naturalmente.
Poi sento dire che siamo giunti a questo livello per colpa del presidente del consiglio, che la violenza è esplosa per l’esasperazione a cui a ha portato il paese. Certo, è vero. Ma ciò non giustifica comunque la violenza. Perché eliminare il presidente non significa cancellare la crisi, i tagli, la violenza, la disperazione, il precariato. E’ l’involuzione di una società che è specchio di chi ci governa, questo è evidente.
Ma quale novità. Come se la violenza da stadio o quella dei black block fosse comparsa solo ieri. Protestare, certo, è un diritto. Ma se vogliamo cambiare, dobbiamo battere altre strade, quelle che servono davvero. Perché, alla fine dei conti, delle compravendite, dei negozi distrutti, delle persone arrestate e di quelle in ospedale, Berlusconi è sempre al governo.
Come diceva quella canzone: se vuoi rendere il mondo un posto migliore, devi prima guardare te stesso e poi cambiarlo.
Per comprendere la chiave di lettura del periodo e trovare la soluzione basterebbe studiare la storia. Vedi Rivoluzione Francese. E non per il tagliare la testa a qualcuno, ma perché cause e reazioni, ma soprattutto la situazione e il clima, sono le medesime.
Con la piccola sostanziale differenza che da noi ci sono le elezioni e possiamo mandarlo a casa.
Se ci fosse la volontà della popolazione certo; ma le persone non hanno ancora fame, quella vera, per dare una scossa e agire.
Le elezioni ormai sono perdite di tempo, come il voto per la fiducia. Tutti dicono che Berlusca deve andare a casa ma, guarda un po’, lo rieleggono sempre.
Ora tre sono le cose: O gli italiani soffrono di doppia personalità, o sono degli irrimediabili imbecilli, o le elezioni sono pilotate.
Per quanto mi senta di dare un po’ ragione anche alla seconda ipotesi, direi che avvalorare la terza sia la cosa più ovvia…
Quoto in toto U.U
Maurizio, magari c’è una quarta ipotesi: il “tutti dicono che” si riferisce al tutti che protestano, e che magari non è il “tutti” dell’italia 😉
Comunque che i tre voti fossero stati per Berlusconi o per Fini non avrebbe cambiato niente, a mio avviso, per l’Italia.
In politica siamo ancora al “con lui” “contro di lui” “dammi un voto e ti faccio papa”, quando l’unico modo per cambiare qualcosa sarebbe che qualcuno si mettesse davvero a fare politica.
Programmi veri e seri, precisi, ingegneristici: va fatto x, y e z. Per fare questo faremo questo, questo e quest altro, ottenendo queste cose. Favoriremo queste cose a discapito di queste altre, ripartiremo i fondi disponibili in queste quote per i vari ministeri…
Fatti, non pugnette (cit)
E il primo fatto dovrebbe essere “stipendi umani ai parlamentari, taglio degli sprechi\portaborse\sottosopralatosegretari\privilegi”. Perché qualunque politico mi venga a dire di fare sacrifici quando per fare un cazzo guadagna uno sproposito, se gli va bene ne esce con un occhio nero.
Mentre il primo politico che proponga realmente come punto del suo programma di fare emendamenti su emendamenti per ghigliottinare stipendi e pensioni dei politicanti avrà il mio voto incondizionato.
Fino ad allora, possono grugnire nel fango a lottare per la ghianda, per quel che mi riguarda. Ho smesso di cercare il male di minore, tanto in questi casi mi finisce sempre e comunque nel baugigi…
@tanabrus: concordo.
Pingback: Lettera di Saviano | Il Sito Ufficiale di Francesco Falconi
Se ci fosse la volontà della popolazione certo; ma le persone non hanno ancora fame, quella vera, per dare una scossa e agire.Rispondi – Quota
Se ci fosse la volontà della popolazione certo; ma le persone non hanno ancora fame, quella vera, per dare una scossa e agire.Rispondi – Quota
[…] Un mio collega condivide il link repubblica su Facebook. Lo leggo, condivido ogni singola parola, è ciò che intendevo con il mio precedente post. […]Rispondi – Quota