Seconda (e ultima) “flash news” della giornata, stavolta una buona notizia. Ci sono delle persone, dei giovani, che per esprimere la loro protesta non spaccano le vetrine. Non si coprono il volto distruggendo tutto quello che gli sta attorno, per sfogare una rabbia più o meno inespressa, più o meno giustificata, rispondendo alla violenza psicologica e sociale con quella fisica.
Esistono delle persone, dei giovani, che si siedono. Aprono un libro. E leggono.
Leggetevi questo articolo di Valeria Merlini su Panorama Libri, e riflettiamo.
Un modo di protestare davvero bello e assai civile.
Che naturalmente può funzionare solo in un paese democratico in cui le leggi ed i diritti vengono rispettati e fatti rispettare 😉
mmm a parte quell’ultima battuta sul piacere della ruvida carta direi che si dovrebbe adottare come misura standard di protesta. Te che spari cazzate, sì, sì tu che stai foverno e non combini niente di buono, io protesto non rivolgendoti nemmeno la parola che tanto sarebbe sprecata. Ti ingombro la strada te la blocco. Potrebbe essere quasi uno schiaffo morale tremendo… o forse no dovrebbero avere coscienza di cosa sia la lettura. Ma meglio delle randellate.