Ci siamo. Ce lo aspettavamo, ed è successo. Il contrattacco Apple verso Amazon. La battaglia del self publishing che aiuterà gli esordienti a bypassare le case editrici e a diventare famosi su tutto il globo.
Devo davvero commentare e ribadire le solite cose? Forse no. Devo sottolineare, per l’ennesima volta, l’american dream di un self publishing che non porterà a nulla, né realizzerà il sogno di diventare dei veri scrittori? Meglio di no. Devo ripetere, ancora e ancora, che la strada della scrittura è in salita, piena di buche, di gomiti fratturati, di ostacoli, di errori, di mento sbattuto al suolo? Mi pare inutile.
Eppure, chissà, sarebbe utile. Perché come sempre il desiderio della via più semplice luccica più dell’idea di seguire la strada maestra, quella più vecchia e consolidata, quella più difficile. E’ più facile rifugiarsi nell’idea dei complotti massonici delle CE, nella certezza dell’impossibilità di raggiungere un grande editore perché non abbiamo santi in paradiso, e adagiarsi nell’idea che il nostro libro avrà un successo clamoroso grazie al self-publishing. Da quel momento, con il nostro bellissimo CV, saremo pronti a distruggere il mercato.
Ma non sarà così. Purtroppo le stelle americane sono per l’appunto comete. Comete che non passeranno in Italia, dove le abitudini sono molto diverse, tanto più chi usufruisce degli ebook.
Ora, però, si ritorna sempre al rovescio della medaglia. Se è solo una prova, un self publishing cosciente, se non è l’illusione di un punto di partenza, non c’è nulla di male. Ma poi, come sempre, per diventare scrittori servono due fattori fondamentali: avere la stoffa – quella innata, che nessuno ti dà – e la volontà di migliorarsi. Volontà che implica tanta fatica ed editor bravi che ti aiutano a superare i tuoi limiti. Questa è la strada che consiglio, ma non sono affatto contro il self-publishing se seguito con cognizione di causa. Sono contro alla mera illusione.
Poi c’è il self publishing. Poi c’è anche iTunes Author. Così, tanto per tornare sul concreto, vi fornisco qualche dettaglio, sperando che vi siano d’aiuto:
– creare un account iTunes Connect (non valgono quelli precedenti di developer)
– chiedere un codice EIN USA
– ricevere il codice e inserirlo in iTunes Connect per la creazione dell’account
– Firmati i contratti, si procede con iTunes Producer per la creazione dell’iBooks
– occorre richiedere codici ISBN su ISBN.it (somma iniziale di 36,3 € + 3 € per 25 codici/25 libri)
– si passa all’approvazione su iBooks, e questo sarà l’unico canale di vendita.
– Apple si magna il 30% delle vendite
Procedura rognosa e burocratica. La domanda, però, è un’altra. Occorre chiedersi cosa vogliamo ottenere.
Buon fine settimana.
Un autore, senza il suo editor, è NIENTE.
Ma d’altro canto, oggi i dischi si registrano in camera da letto col Mac, e i libri si pubblicano con questi sistemi. Tra un po’ faranno mostre d’arte con esposizione di file di Photoshop e saremo al completo.
Come diceva Terence Hill: “impara l’arte… E giocatela a carte!”
LP
Gocce nell’oceano. Un numero tra la moltitudine. Ecco cosa si sarà e questo non porterà quel successo che tanti anelano: tanti, davvero troppi scrivono. In mezzo a questa legione come si fa a riconoscere e trovare le opere valide?
Non che l’editoria sia certezza assoluta di qualità: si hanno riscontri negativi proprio perché ci sono stati editori che hanno voluto cavalcare l’onda del momento e sfruttarla, fare soldi. Come quelli di sopra.
Serve la stoffa allo scrittore? Aiuta. Ma l’impegno, la dedizione, la volontà di migliorarsi, possono essergli superiori e anche se forse non si scriveranno dei capolavori, si creeranno dei buoni lavori, ppiù che meritevoli.