Ok, non sono un amante del freddo.
Ok, preferisco un bagno di sabbia equatoriale alla neve. Ma son gusti, si sa.
La neve a Roma (un evento così raro che ormai capita ogni anno) è sempre uno spettacolo stupendo.
O almeno lo sarebbe stato, se Roma fosse una città pronta a eventi di questo tipo. Se ci desse la possibilità di vivere con gioia la città eterna imbiancata.
Ma non è così. Venerdì sono uscito a lavoro alle 16. Alle 16.30, a San Giovanni, ho capito che la città era nel caos completo e che non sarei mai riuscito a tornare a casa in moto. Dopo averla lasciata in un parcheggio a Termini, è iniziata l’agonia per raggiungere Roma Est. Le strade erano congestionate, incidenti ovunque bloccavano la viabilità, la neve continuava a scendere. L’unica via di salvezza sarebbero stati i treni, che però erano stati soppressi senza troppe spiegazioni.
Morale della favola: arrivato a casa alle 20.30, per un totale di 4 ore e mezzo.
Chi di voi mi ha seguito su Facebook o Twitter conosce l’odissea. Come me, tantissimi altri romani.
E poi, polemiche a non finire. Il sindaco. La protezione civile. Il sale che non è stato sparso. I mezzi che non c’erano. I soccorsi insufficienti. Una città che si piegata come un ramoscello. Un’alluvione o una nevicata non fa differenza. Roma vive sul filo di un equilibrio precario. Basta poco per trasformare un imprevisto nel delirio.
E adesso si rinizia la settimana, mentre il ghiaccio pian piano si scioglie e tutto torna alla normalità.
Vi lascio infine l’esibizione di Madonna al Super Bowl. Come qualcuno ha definito su Facebook, non c’è altro aggettivo più adatto. Faraonica.
httpvh://www.youtube.com/watch?v=PyfdoZldrS4
Non credo che si tratti solo di Roma, quanto di tutta l’Italia, della staticità che la pervade: è come uno che sta sul marciapiede e vede una tegola in bilico sul tetto che sta per cadergli in testa e rimane a guardare, aspettando che lo centri in pieno.