Presentazione e "Proriginum" Party
Vi lascio infine un’altra recensione di Prodigium, su DilkiTime
Intervista su FM
Stavolta niente intervista di pressbook, ma una completamente inedita.
Se riuscirete a raggiungere la terza pagina, divertitevi a capire l’ultima domanda, in cui mi viene chiesto cosa ne penso di Tolkien, Rowling, Troisi e altri.
Prodigium a Roma
Sanctuary: il Vincitore!!
Uff… esosi.
Vecchie abitudini
Un week end lungo, per fortuna senza pioggia, all’insegna del freddo e del totale relax. Un incontro molto interessante alla fiera Più Libri più Liberi, per un progetto che dovrebbe vedere la luce nel 2010.
Ma, come sempre, è d’obbligo fare l’albero di Natale l’8 dicembre.
Non ricordavo che fosse così complicato.
Ho impiegato solo due ore per montare l’albero (ok, ho un albero di natale sfigato), poi sono passato ai vari addobbi. Niente male, alla fine. Magari posto qualche foto i prossimi giorni. E’ che ho una fissa incondizionata per le lucette, e le ho appese dappertutto. Un ristorante cinese è meno carico della mia sala, ve lo giuro.
Poi, come accade in questi momenti, i ricordi della mia infanzia sono riaffiorati. Ho ripensato a quando ero piccolo, e vivevo il Natale con trepidante attesa. Alle elementari si cantavano le canzoni di Natale (non me ne ricordo più neppure una, deo gratias per le orecchie altrui), si costruivano tante cose con la colla e il cartone, da portare a casa per entusiasmare i nostri genitori. E poi la vigilia, l’attesa per Babbo Natale, il rito del momento per scartare i regali…
Ricordo che il momento più bello era quando preparavo il presepe, proprio sotto l’albero di Natale, rigorosamente finto (mio padre era un ambientalista intransigente, per fortuna). Allora andavo con mia madre nel bosco a Marina di Grosseto, alla ricerca del muschio. Era un’impresa faticosa trovarlo, staccarlo con il coltello, riempire pesanti buste. Infine arrivava la parte più creativa, perché ogni anno il presepe cambiava. Certo, i Re Magi, Bambin Gesù, la capanna, il bue e l’asinello, la Stella Cometa e il pecoraio sfigato erano le costanti. Però si cambiava sempre la loro disposizione, a volte costruendo dei piccoli laghetti con la carta stagnola, dei sentieri con il riso, delle piccole colline con il cartone. Insomma, un presepe che diventava grosso più di un metro quadro.
Un impegno non indiffernte, ma ne sento nostalgia. Adesso i presepi sono super tecnologici. Quando ancora hanno una lontana parvenza di Gerusalemme (e non diventano il presepe dei puffi, delle winx o dei Thun), in realtà sono provvisti di motori per creare vere cascatelle d’acqua, luci che si accedono dentro le case, botteghe con personaggi che si muovono. Insomma, cambiano i tempi, i presepi sono più belli, ma non hanno il calore della semplicità delle cartapesta.
Perché allora c’era il sentimento. Un sentimento trasformatosi in bellissimo ricordo.
Sanctuary: Anobium
Non avevo un’idea precisa del racconto quando mi sono messo a scriverlo, ma solo la trama e cosa avrei detto nelle tre sezioni. Mi sono divertito a usare la prima persona, cosa che non avevo mai fatto in passato, e a “manovrare” un personaggio decisamente inquietante e senza ritegno.
Ne è uscito un qualcosa di molto particolare, con delle tinte forti e sensuali, che il curatore ha definito un “fantasy pop-erotico“.
Insomma, mancano pochi mesi, poi mi direte voi se vi piacerà questa incursione.
Vi lascio infine il link a una breve intervista su un neo-forum fantasy. See ya’.