Dopo aver visto uno dei film più brutti del 2008 (Twilight) ecco invece una splendida sorpresa, uno dei migliori di quest’anno: Changeling.
Il regista Clint Eastwood riesce a tirare fuori il meglio da Angelina Jolie che, a differenza di qualche film precedente, non si presenta come la femme fatale irresistibilmente bella, dalle labbra super-carnose, dalle forme conturbanti, da supereroe alla Tomb Raider. Sì, Angelina resta stupenda anche nella sua versione anni ’20, ma stavolta dimostra di saper recitare da Dio. Il suo personaggio, Christine, è così ben delineato e perfetto in ogni sua espressione che spesso ho rabbrividito. Una donna fragile, in balia degli eventi, che riesce tuttavia a trovare la forza dentro di sé, la grinta per urlare il suo dolore, spinta dall’amore materno per un figlio scomparso.
Tratto da una storia vera, “Changeling” è un film crudo. Un film che parla senza veli della violenza sulle donne negli anni ’20, della corruzione della polizia, dei manicomi, dell’elettroshock, della pena di morte. Un’America così lontana, nel tempo e nello spazio, che tiene incollato lo spettatore fino all’ultima scena.
Un finale perfetto, l’ultima frase di Christine intensa e profonda.
“…ma in entrambi casi, questo mi dà una cosa che non avevo prima di stasera.”
“Che cosa?”
“La Speranza.”