Changeling

Dopo aver visto uno dei film più brutti del 2008 (Twilight) ecco invece una splendida sorpresa, uno dei migliori di quest’anno: Changeling
Il regista Clint Eastwood riesce a tirare fuori il meglio da Angelina Jolie che, a differenza di qualche film precedente, non si presenta come la femme fatale irresistibilmente bella, dalle labbra super-carnose, dalle forme conturbanti, da supereroe alla Tomb Raider. Sì, Angelina resta stupenda anche nella sua versione anni ’20, ma stavolta dimostra di saper recitare da Dio. Il suo personaggio, Christine, è così ben delineato e perfetto in ogni sua espressione che spesso ho rabbrividito. Una donna fragile, in balia degli eventi, che riesce tuttavia a trovare la forza dentro di sé, la grinta per urlare il suo dolore, spinta dall’amore materno per un figlio scomparso.
Tratto da una storia vera, “Changeling” è un film crudo. Un film che parla senza veli della violenza sulle donne negli anni ’20, della corruzione della polizia, dei manicomi, dell’elettroshock, della pena di morte. Un’America così lontana, nel tempo e nello spazio, che tiene incollato lo spettatore fino all’ultima scena.
Un finale perfetto, l’ultima frase di Christine intensa e profonda.
“…ma in entrambi casi, questo mi dà una cosa che non avevo prima di stasera.”
“Che cosa?”
“La Speranza.”

Maledetto da Dio

– Maledetto da Dio!
Alzo la testa dal Mac, confuso da quelle parole. Mi guardo accanto, Virgola è distesa sul letto e, appena il mio sguardo cade su di lei, inizia a scodinzolare in modo svogliato. No, non è stata lei a mandarmi una maledizione. Hum, inquietante. Forse devo smettere di scrivere libri fantasy, se questo è l’effetto. Sto delirando, dunque? Sento le voci?
– Pezzo di merda!
Ah ok, è la voce è reale, ed è quella di una donna. Proviene dal cortile. Apro la finestra, per capire chi sia. Una signora, sulla quarantina, sta puntando il dito contro a un bambino al massimo di 8 anni.
– Dove, dove l’hai buttate, stronzo?
Il bambino indica il balcone del primo piano. Incastrato tra un vaso e la ringhiera c’è un mazzo di chiavi.
– Come cazzo hai fatto, deficiente?
Riesco appena a udire la voce del bambino, ma intuisco cosa è successo. Stava giocando con il mazzo di chiavi, forse lanciandolo in aria, prima che succedesse il piccolo danno. Non troppo piccolo, almeno per l’espressione folle disegnata sul volto della donna. La osservo attentamente. Non so, i tossici o gli ex tossici hanno qualcosa di familiare nei lineamenti del viso. Oppure è solo un mio pensiero sbagliato, non so.
– Ah, fammele riprendere poi te ne accorgi. Ti ammazzo, in camera tua!
Hum, mica dirà sul serio? So che quella è sua madre. Non è un po’ esagerata come reazione?
– Tu rimanessi paralizzato!
Inorridisco.
Augurare la morte è brutto, ma sperare che tuo figlio rimanga paralizzato è una cosa ancora…  ancora più brutta. Ecco, non so come definirla. Non ho parole. Non riesco a dire nulla. Sono talmente scioccato che non riesco neppure a sporgermi dal balcone per offrire un mio aiuto.
Quando mi riprendo, qualcuno mi ha già anticipato. Un uomo, con una scala, recupera le chiavi. Guardo il bambino con tristezza. Se ne sta il tronco di un albero, troppo esile per nasconderlo. Trema, alza le spalle, scosso da singulti.
La birichinata di un bambino di 8 anni. Cavolo, io ne ho fatte molte peggiori quando ero piccolo. Sì, decisamente peggiori. Ho beccato tanti ceffoni, neppure mi ricordo quanti.  Credo me le meritassi e non so se esiste un modo migliore per educare in figlio. A mio avviso, ogni tanto, una sberla fa bene. Ma mia madre non mi ha mai maledetto. Mio padre non ha mai minacciato di uccidermi.  Nessuno dei miei genitori mi ha mai augurato la paralisi.
Sono così sconvolto da quelle parole, che non mi accorgo che l’uomo ha già recuperato le chiavi. Brevi ringraziamenti di rito, e la donna spinge il figlio dentro il portone.
E, in lontananza, sento ancora l’eco della sua voce.
– Maledetto da Dio…

Buoni propositi

1. Continuare ad andare in palestra, per diventare un… “ragazzo aitante” per l’estate (senza specificare di quale anno. Fatevi un po’ gli affari vostri, grazie)
2. Addolcire il racconto su Sanctuary, togliendo sangue e sesso, per non deludere i detrattori del fantasy per ragazzi
3. Rivedere il finale di Estasia3, facendo un bell’happy hending con le nuvole a forma di cuoricino
4. Scrivere due libri per il 2009, anzi per essere sinceri 3
5. Far capire a Virgola che il mio alluce non è un pupazzo. Se sta là, cacchio un motivo c’è.
6. A tal proposito, capire a che cavolo serve l’alluce
7. Capire perché su DVD.it Estasia2 è al 6° posto in classifica dei fantasy più venduti
8. Impegnarsi a ridurre di 1/10 per il primo half 2009 il mio livello di isterismo
8. Non fare “alcune” delle sopraddette cose
9. Costringere qualcuno a suonarmi “Over the Rainbow”, Fratello Iz, il giorno del mio funerale.
Ecco, ora mi sento soddisfatto. Arrivederci e buon venerdì.

Freddo

Considerate che quando la temperatura esterna scende sotto i 20° divento nervoso. Quando si abbassa fino a 15, mi irrito. Sotto i 10 sono isterico. Ecco, qua a Roma siamo circa a 3-4 gradi adesso. Potete capire quindi il mio umore. Positivo non trovate?
Hum. Bene, torniamo a noi. Ieri sera mi sono dedicato totalmente alla cucina, perché avevo Licia e Giuliano a cena, e mi sono rotto di fare la figura del solito imbranato. Vi giuro, stavolta mi ero anche impegnato, ma la torta rustica… beh non è venuta secondo i programmi :). Un secondo prima era cruda, quello dopo bruciata. Accidenti a me, perché ho copiato l’esame di termodinamica?
Però mi sono rifatto con le tagliatelle al salmone, o almeno a me sono piaciute. Autoconvicimento? Possibile.
Bene, mi infilo sotto le coperte con un buon libro, mentre vi lascio accanto un articolo uscito sul giornale umbro “Terre Nostre”. Un ringraziamento speciale a Simona. 😉

Flash News

News flash, che di lunedì il lavoro è sempre critico. La Asengard ha annunciato che fino al 18 dicembre, i titoli in catalogo del 2008 (quindi anche Prodigium) saranno scontati del 20%, con spese di spedizione gratuite.
Bene, chi non ha trovato Prodigium adesso non  ha più scusanti, no?

Ecco il link diretto. Prodigium Asengard

Buona settimana!

Legend

Ho consegnato Estasia 3 in casa editrice, con uscita in libreria prevista marzo/aprile dell’anno prossimo. La sensazione che ha accompagnato la chiusura dell’ultimo libro di Estasia è stata diversa dalle precedenti. Felicità e soddisfazione per come si è conclusa la storia, ma anche molta nostalgia. Lo so, il più grande errore che può commettere uno scrittore è affezionarsi ai propri libri, perché arriva sempre il momento di voltare pagina, cambiare genere e stile, affrontare nuove sfide. Cosa che ho fatto con Prodigium, ma che farò anche nelle mie prossime opere.
Insomma, l’era Estasia per me si è conclusa. Vi avverto, in questo libro ho fatto delle scelte drastiche e so già che qualcuno di voi storcerà il naso. Ormai sono cosciente che è impossibile “accontentare” ogni lettore, per cui il mio scopo è essenzialmente quello di convincere me stesso. Per adesso è tutto, ma torneremo su Estasia3 fra qualche mese, ve lo prometto, con il titolo e qualche piccolissima anticipazione sul mood del libro che (ormai l’avrete capito) sarà molto diverso dai due capitoli precedenti.
E adesso? Qualcuno di voi dirà: su, forza con Prodigium2!
Ehm… no. E’ troppo presto per dedicarmi al secondo capitolo di Prodigium, in quanto ancora non ho metabolizzato bene il primo. Ho diverse idee che mi frullano in mente e spunti per atmosfere un po’ più cupe e urban del libro che avete già letto.
Quindi, pausa? Beh, fra poco ci sarà l’editing conclusivo del racconto per Sanctuary, ma non occuperà molto del mio tempo. 
Ecco perché ho iniziato un nuovo libro, con il nome in codice (su, ci siete abituati) di “Legend“.
Ve ne avevo già parlato un po’ di tempo fa, è un progetto ambizioso perché è scritto a quattro mani (no, vi dico subito che non vi dirò il nome dell’altra persona finché il volume non sarà in mano all’editore. Quindi, mettetevi l’anima in pace. :))
Volevo sperimentare qualcosa di diverso e sono sicuro che confrontarmi con un altro punto di vista sarà molto stimolante e mi aiuterà a migliorarmi. Ho scritto lo storyline di questo libro circa un mese fa, e adesso che lo rileggo ne sono totalmente soddisfatto. Quando succede una cosa del genere per me significa solo una cosa: è un “go”, funziona.
Ecco perché proprio ieri ho iniziato a scrivere il prologo.
Ci saranno molto sorprese, stay tuned.

Twilight, il film

Dato che siamo quasi alla fine dell’anno, lo posso dire con sicurezza: Twilight è il più brutto film che abbia visto nel 2008.
Peccato, perché ho letto il libro un po’ di tempo fa, e lo ricordavo semplice ma carino. La trasposizione cinematografica è qualcosa di terrificante. Lenta, noiosa, a tratti ridicola. Una vergogna anche per le fan strappacapelli.
Partiamo dai simpatici vampiri, un gruppetto di ragazzi super-fonati (vi giuro, l’onda anni 80 supera quasi i 20 centimetri! Cavolo, allora lo faccio anch’io!), vestiti all’ultimo grido, con rossetti lucenti che farebbero impallidire la super vamp di turno. 
Bella e Edward, apriti cielo. Non mi chiedete il nome degli attori perché non lo so e non lo voglio sapere. Era tanto che non vedevo recitare così male. Il primo quarto d’ora Edward fa le smorfie, e più volte mi sono chiesto se avevano fatto un vampiro con dei problemi di paresi alla bocca. In realtà  più tardi ho capito che quella contrazione dei muscoli del viso rappresentava l’espressione contrita del vampiro che cerca di sedare la sua sete di sangue. Ah, grande capacità di interpretazione. Attento all’oscar, ne potresti vincere una quindicina. Per fortuna le mie aspettative non si sono rivelate infondate, perché nella famiglia di Edward c’è già un “vampiro neonato” che è completamente demente tanto che non gli fanno dire neppure una battuta (ok, giusto qualche mugolio strano, quelli che di solito sento da Virgola).
Sceneggiatura  piatta, in cui gli infiniti pezzi del libro in cui la Meyer ci conferma che “Edward è bello! Ma proprio bello!” si trasformano in un gioco di sguardi soporifero. Effetti speciali deludenti, fotografia di bassa qualità, colonna sonora pessima se non in un pezzo in cui (deo gratias!) lo spettatore si allieta con SuperMassive Black Hole dei Muse (ovvio, il regista sarà stato cazziato dalla Meyer).
Il punto più divertente? Sì, lo ricordo. No, non dormivo! E’ il cammeo di tre secondi della stessa Stephanie Meyer, in cui un cameriere le dice “Ecco le sue verdure, Stephanie!”.
In realtà era il caso di tirare dei pomodori, sarebbe stato in sintonia con tutto il resto.
Peccato, ripeto. Il libro alla fine era piacevole e carino.
Save the money.