Prima di passare (ehm… iniziano tutti così queste parole?) al tema PASSerotti contro FALCOni, alcune doverose segnalazioni dei blog amici. Iniziamo con
ImpBianco con la sua simpatica recensione di Estasia. Da notare la parte finale, con il suo pezzo personalissimo intitolato "Disperio Disperato". Si passa quindi al blog di un certo uomo del nord, formally know as
Valberici, e la sua recensione molto particolare. Come vedete, la povera
Mirty finisce sempre di mezzo (ops!).
Anyway, veniamo alla grande sconfitta (non elettorale) del sottoscritto. Contro ogni legge darwiniana, il passerotto batte il falcone. Nulla da fare, mi sono arreso venerdì mattina prima di partire per grosseto. Mi alzo dal letto, una bella colazione prima di fare le valigie e fiondarmi in macchina. Ah, siccome il sole ha deciso di illuminare questa sottospecie semiestinta dal nome primavera, cosa c’è di più bello che sorseggiare del buon caffè in terrazza? Andiamo al sodo, esco fuori e trovo il divano completamente sporco di foglie, ramoscelli, pezzi di plastica. Hum, un vento improvviso notturno? L’inconscio spinge i miei occhi verso l’alto. Il maledetto demone è tornato. Ha deciso che quaranta ettari di parco sono meno chic di venti centimetri incastrati tra il grigliato e il soffitto della terrazza. Ha ricostruito metà nido, mi ha fregato un’altra volta. Un passerotto testardo, non c’è che dire. Anzi, proprio stronzo. Calma e sangue freddo. I neuroni poco a poco si svegliano e iniziano a dialogare tra di loro. Litigano, urlano e si prendono a borsettate. Al termine della lotta epica che si svolge nel mio cervello, considero le varie ipotesi e le dirette conseguenze:
1) prendo una clava e distruggo quello stramaledetto nido.
-> Consequence:
a) Non hai una clava, innanzitutto. Abbassa la cresta ché non sei Fred dei FlintStone.
b) tornato alla più moderna scopa, vuoi distruggere la terrazza? Stai bevendo grappa al sapore di caffè? Buongiorno caro.
c) ammesso che tu – gentilmente – riesca a eliminare quel nido, ricordati che te ne stai andando per tre giorni. Al tuo ritorno il passerotto sarà incazzato nero e avrà costruito un attico e superattico.
2) Sposto il nido in un punto del terrazzo più consono.
-> Consequence:
a) Consono? Ma come parli?
b) ammesso esista un punto "consono" della terrazza, hai qualche suggerimento che non sia una cavolata colossale?
c) ammesso che tu abbia pure questo santissimo suggerimento – e ne dubito – hai mai pensato che i passerotti non sono telecomandati e fanno il nido dove cavolo gli pare?
3) Lo uccido
-> Consequence:
a) Passiamo alle maniere violente?
b) Ti è toccato un cane demone, pensi che quel passerotto sia normale?
c) ammesso che il passerotto non sia frutto di una mutazione genetica, come lo uccidi? Tirandogli le noccioline? Senti, perché non torni a letto che hai già superato la quantità giornaliera di stronzate consentita dalla legge?
4) cerco di evitare che sporchi il mio divano
-> Consequence:
a) Piantala, è un divano di Ikea e l’hai messo in terrazza perché ti faceva schifo. Vale due lire e non te ne frega un tubo. Quanto ti complichi la vita a volte.
b) Prova a fare un salto a Panorama, magari trovi gli assorbenti per… ehm, un pannolino per il passerotto.
c) senti, mi sono rotto di stare ad ascoltare le tue turbe mentali, il neurone torna a letto. Gli altri sono in letargo da anni. Sei solo. Cavoli tuoi.
Valutando con molta attenzione i pro e i contro della precedente analisi e sviscerando con seria convinzione ogni possibilità, ho chiesto supporto a Mario e Fabio. Pare che la soluzione sia stata un pezzo di plastica sotto il nido, per evitare che ‘sto cavolo di passerotto sparga a giro i suoi resti organici e non.
Spero di aver fatto la cosa giusta. Vabbé mi consulterò di nuovo con i miei neuroni la settimana prossima.
Passo e chiudo.