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Secondo: 1408. Ieri sera sono andato a vedere il film tratto da un romanzo di S.King. Ne sono rimasto molto soddisfatto. Buona la trama, ottima la sceneggiatura. Pauroso nei punti giusti senza MAI scadere nello splatter o ridicolo. Confine assai sottile quando ci troviamo di fronte a un film horror (ps: Dario Argento, che fine hai fatto? Un alieno ti ha rapito negli anni ’70?).
Passiamo alle cose divertenti e ridicole: io. Il film parla di uno scrittore di romanzi horror. In un certo senso, di romanzi di genere fantastico.
"Ah, fico. Un genere a cui potrei dedicarmi in futuro" mi dico.
Arriva la scena in cui lo scrittore presenta il suo ultimo libro. L’autore viene annunciato al microfono, ma la gente in libreria appena alza la testa.
"Ah, meno fico" penso.
Tante sedie davanti al palco. 4 persone in totale.
"Uhm, sta scena mi pare di averla rivista".
Il mio collo inizia a scendere e contrarsi dentro il petto. Mi sto pian piano "intartarughendo".
"Forse anche King, agli albori della sua carriera, ha preso dei pali dritti nel muso" mi consolo.
Poi penso a Misery non deve morire. Insomma, se i suoi libri hanno un accenno autobiografico, il nostro Stephen ha avuto veramente una vita difficile. Del resto, qualsiasi scrittore, dal nome ignoto a quello più famoso, ha avuto dei piccoli insuccessi.
Continua il film. Il protagonista si fa un sacco di seghe mentali, con un piccolo registratore a portata di mano.
"Ohmmmm, anche sta scena non mi è nuova."
A Francè, che ti sei fumato stasera? Non sei mai stato in una stanza 1408 piena di orrori. Torno a casa, felice del film. Guardo con sospetto la targhetta conficcata sotto lo stipite della porta: ‘Interno 4’.
"Beh, che problema c’è? 4, mica 1408. Suvvia, non ci sono demoni in casa mia."
Una ventata gelida.
Un pensiero funesto mi fa rabbrividire.
Una sola parola esce dalla mia bocca.
Un suono sconnesso, incerto, freddo.
"Virgola…"