C’era Ballarò. Veltroni e Casini sul tema Tor di Quinto. Credo ne abbiate sentito parlare, oramai non c’è un TG o un giornale che non riporti la notizia del giorno.
Allora, vorrei prescindere dalla politica, perchè a mio avviso entrambi hanno detto cose giuste e altre molto demagogiche. Fra l’altro Veltroni mi sta pure simpatico, come persona. Come operato, insomma. Il problema che espone è chiaro, lui può fare fino a un certo punto. C’è una legislatura per il resto.
Eccoci qua. E’ il solito teatrino italiano, pronto a lanciare le patate bollenti di mano in mano. Ma la verità che ha colto Ballarò è lampante. La gente è stanca. A tal punto da organizzarsi (dementemente) in ronde di quartiere. Siamo prossimi alla guerra civile? O alla disperazione? Io stesso, che vivo a Roma da quasi 4 anni, incomincio a essere stanco.
Stanco della precarietà del lavoro.
Stanco del traffico che ti annienta.
Stanco della criminalità che vive in Italia, conscia che nel nostro bel paese è più facile rubare e cavarsela con qualche indultino.
Stanco di vedere il cielo dietro una sbarra, perchè è inammissibile non avere grate alle finestre.
Stanco di sapere che non è possibile vivere in maniera tranquilla, senza che qualche rom o rumeno ti assalisca ai semafori, per strada.
Sono stanco.
Sia ben chiaro, mi danno fastidio i luoghi comuni. Ma mi irritano ancor più il luogo comune dell’accettazione del luogo comune.
Il problema immigrazione è chiaro. Ballarò denuncia un incremento del 94% di immigrazione romena dal 2004 a oggi.
Il punto non sta su questi dati. Personalmente me ne frego. Non mi importa nulla se si tratta di ROM, romeno, o romano.
Io voglio star semplicemente tranquillo.
C’è stato un periodo in cui vivevo con l’ansia di non aver chiuso la moto. Come sapete, mi hanno rubato moto e tutte le quattro ruote della macchina. Sono sfigato? Di sicuro. Ma vi posso assicurare che nell’open space del mio lavoro, dove sto scrivendo ‘sto post del cavolo, ci sono minimo 10 colleghi che hanno subito furti.
Siamo stanchi.
Vogliamo essere tutelati dallo stato che paghiamo.
Vogliamo vedere ancora il cielo senza una sbarra.