Coraggio

I Social Newtork, tra cui Facebook e Twitter, hanno una grande forza. Terribile e devastante, per quanto diretta, senza alcuna interfaccia mediatica pilotata dai giornali.

Ieri, dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia, è stato un susseguirsi di messaggi. Status, richieste di aiuto, aggiornamenti. Lettori, amici, scrittori e conoscenti che raccontavano la loro terribile esperienza durante lo sciame di terremoti. Poi i media. I telegiornali, gli articoli online. Come sempre, le solite accuse per la mancanza di prevenzione, che puntualmente scappano fuori solo dopo che il disastro è avvenuto. Case, fabbriche ed edifici che sono stati costruiti nel nostro paese in modo illegale, senza rispettare le norme vigenti che assicurano la sicurezza per le persone e i lavoratori.

Le solite polemiche, che fanno parte dell’onda mediatica ogni qual volta succede un disastro del genere. La richiesta di annullare il viaggio del Papa e la parata del 2 giugno, eventi fuori luogo e molto costosi, fondi che si potrebbero utilizzare per aiutare gli sfollati. Tante belle idee e iniziative, che rimbalzano nella rete in queste circostanze, e che poi scemano con il passare dei giorni fino a diventare solo un ricordo. Così è accaduto per l’Aquila e per tutte le altre sciagure.

In silenzio, un abbraccio a tutti coloro che soffrono.

Odi et amo

Leggevo un’intervista a Verdone su Repubblica.

Che dire, quoto ogni singola parola. Odio e amo Roma allo stesso tempo. L’amore viscerale per una delle capitali potenzialmente più belle al mondo, l’odio per come viene maltrattata e sottovalutata dalle persone che la vivono. Certo, non sono nato qui. Sono vissuto in Maremma, a Grosseto. Mi sono poi trasferito a Siena, infine a Roma. Ma ho visto tante capitali al mondo. Londra, Parigi, Madrid, New York, per citarne alcune. Città che a mio avviso non possono essere paragonate a Roma, che non nascondono i suoi meravigliosi segreti. Eppure là ti accorgi subito che c’è uno sforzo reale per trasformarle in luoghi indimenticabili per i turisti, ma anche vivibili per gli abitanti. L’attenzione al particolare, alla pulizia, la lotta contro il degrado e il percorso verso la modernità.

E’ un peccato, ma mi trovo d’accordo con Verdone. Forse il problema è che Roma non è amata dagli stessi romani, che forse neppure la conoscono. La subiscono, ci sopravvivono, ignorano i musei vaticani e la cappella sistina, si incazzano incastrati nel traffico. Perché, alla fine, come non capirli? Una città riesci ad apprezzarla solo se viverla non diventa un dramma. Se per uscire la sera non rimani incastrato nel raccordo anulare, che già ti ha strangolato il pomeriggio, se non devi fare a cazzotti per trovare un parcheggio o subire l’imposizione dei parcheggiatori abusivi, se puoi spostarti con mezzi pubblici. Proprio quei mezzi pubblici che impiegano secoli per comparire a Roma, adducendo le solite scuse dei reperti archeologici, quando l’unica verità è che a Roma si magna tanto.

Eppure Roma continua ad affascinarmi, anche dopo sette anni che sono un suo figlio acquisito. Tanto da ispirarmi storie, da viverla nella mia mente e in quella dei miei personaggi.

Resta sempre la speranza che prima o poi arrivi un’amministrazione capace di spezzare questo circolo vizioso. Una frattura che incoroni Roma e la trasformi per quello che è. Una delle più belle città al mondo.

Vincitore Contest #Muses Bookshop

Eccoci arrivati all’annuncio del vincitore del terzo e ultimo contest per vincere una copia autografata del libro: Muses Bookshop.

Il vincitore è:  STEFANIA MALIZIA con i suoi  187 like, ai quali si aggiunge il bonus di 20 like per aver partecipato ai due contest precedenti.

Complimenti! E buona lettura!

La vincitrice è quindi invitata a mandarmi una mail con l’indirizzo a cui spedire Muses.

Ecco infine il podio dei tre finalisti:

MUSES bookshop VOTI totale con bonus
1 STEFANIA MALIZIA 187 207
2 GIADA TEDESCO 165 165
3 MICHELE GRECO 76 76

 

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato a questi 3 concorsi, al supporto del blog Chrysalide, ai lettori che con affetto continuano a mandarmi ogni giorni messaggi e foto con il libro. Il vostro supporto è la mia Musa ispiratrice.

Un abbraccio a tutti con l’augurio di uno splendido week end.

It’s always darkest before the dawn

Sotto consenso dell’autore, che preferisce rimanere privato, pubblico la sua email.

Un grazie per le belle parole non sarà mai abbastanza.

Ti ringrazio di avermi fatto leggere un libro che mi è piaciuto molto.
Intanto mi ha intrigato la copertina, prima ancora di scoprire quanto fosse azzeccata per la storia: una figura aggraziata, statica come un’icona o un simbolo, di un bianco puro, chiaro ma non luminoso; figura che contrasta con quella fiamma nera in movimento che sono i capelli del soggetto ritratto.
Io sono convinto che gli e-book abbiano uno svantaggio rispetto a un libro: il libro può essere bello o brutto, ma esso, comunque, è; e spesso un libro non si limita a esistere, ma con i suoi particolari diventa dapprima un faro di curiosità per chi lo guarda, e poi una specie di totem che custodisce parte delle emozioni provate da chi lo ha letto. Questa convinzione è confermata con Muses.
Poi mi è piaciuta Alice, per diversi motivi.
Primo, è psicologicamente molto, molto ben tratteggiata nella sua complessità e nei suoi conflitti interni, per non parlare della crescita interiore, travagliata ma coerente, appassionante e gratificante da seguire.
Ho letto molti meno libri di quanti vorrei, ma in molti di questi la profondità psicologica del protagonista è molto scarsa: non si sa come pensa, cosa prova, a volte neppure se è buono o cattivo; gli eventi che lo investono non si limitano ad illuminarlo ma lo plasmano, quasi a conferma che egli non ha una psicologia sua propria; in definitiva, leggendo storie così si sa cosa accade al protagonista, come reagisce, ma non com’è.
Qui no. E tant’è che alla fine mi sono appassionato e mi è dispiaciuto – accidenti a te! – di come è andata a finire… ma questo vuol dire che hai fatto il miracolo, perché per dispiacermi vuol dire che prima avevo finito per affezionarmi a Alice e a tifare per lei; ritengo che questo sia l’effetto che fa un buon libro.
Secondo, è un antieroe.
Fin troppi protagonisti buoni, dalla vita semplice e magari un po’ monotona, si sono improvvisamente trasformati in Rambo appena è capitato loro qualcosa: per quanto le vicende della vita possano segnare, a volte in questo c’è qualcosa di forzato, irreale.
È infinitamente più “completo” leggere dell’esperienza opposta: una ragazza che arma il suo dolore con la cattiveria e gli impulsi autodistruttivi, e conserva la sua bontà dietro la fragilità, finchè la seconda non viene fuori e sboccia e riscalda il cuore.
Terzo, perché è un personaggio non stereotipato.
Quando si descrive un’adolescenza difficile è fin troppo facile ricadere in un lungo elenco di comportamenti stereotipati considerati tipici della gioventù bruciata di periferia: le spinte autodistruttive, l’amore per la sregolatezza, l’aggressività gratuita…
Qui no. L’Alice aggressiva mi sembra ruvida, essenziale, tagliente, tosta ma non gratuitamente sboccata, e soprattutto è sagace e ironica: ma non quell’ironia celata dietro lo humor newyorkese da donne in carriera alla Sex and the city; piuttosto, anzi, direi la versione heavy metal di Sex and the city, ecco. Per esempio, il pezzo a pag. 105 mi ha colpito: fotografia asciutta e impietosa, perfetta così. E poi gli eventi che illuminano la psicologia di Alice restituiscono infinite sfaccettature di luci e ombre: è bello arrivare alla fine di un libro e scoprirsi ancora a riflettere sulle sue reazioni cercando di decifrarle. È una complessità molto realistica.
Quarto, non c’è solo un antieroe, ma anche un antidestino.
In genere il protagonista scopre di avere un dono, ci fa i conti, lo accetta, si allea con quel dono e grazie a quest’alleanza si schiudono le porte di un destino di grandi imprese e avventure.
Il dono di Alice invece non solo le ha complicato l’esistenza in maniera tragica, ma Alice passa buona parte del libro a combattere per riuscire a non essere travolta da questo dono, e per riuscire a imbrigliarlo prima ancora che a conoscerlo, e poi per ritrovare quella “Alice meno stronza” che rappresenta forse il sogno di una vita diversa, felice.
Ho trovato tutto questo molto intrigante e molto emozionante.
È stato bello vedere Alice riuscire a uscire dalla spirale autodistruttiva che era la sua droga, e voler imprimere una svolta alla sua vita.
È solo la mia opinione e basata solo su quello che ci ho visto io, ma ci tenevo a fartelo sapere.

Riflessioni

Un post programmato, poche righe di riflessioni mentre sono impegnato in una presentazione a Immaginaria Sanremo.

E’ trascorsa più di una settimana dall’uscita di Muses, leggo le opinioni in rete e sulla pagina Anobii. Non ho mai avuto la pretesa che un mio libro debba piacere a tutti, è matematicamente impossibile. Non accade neppure ai romanzi che sono obiettivamente e storicamente dei capolavori. Questo perché ogni lettore è diverso dall’altro, spesso con gusti diametralmente opposti.

E’ evidente che il finale di Muses sia la parte più controversa. Lo sapevo io, lo sapeva il mio editor. Fin dall’inizio. Ma è stato pubblicato proprio come l’avevo concepito, senza addolcimenti commerciali. E’ di difficile digestione, e neppure di ovvia comprensione. La chiave è la pag 487, mai dare nulla per scontato. L’ho curata in modo maniacale, ogni singolo aggettivo. Nulla è mai ciò che sembra, specie dopo una lettura veloce.

Poi, chi mi segue da anni sa bene che i finali dei miei libri sono abbastanza atipici. Sono fatto così, scrivo ciò che mi piacerebbe leggere. Perché, come voi, sono in primis un lettore.

Ma, a prescindere da queste considerazioni, quando leggo recensioni come questa, sono felice. Perché, almeno a un lettore, ho trasmesso ciò che volevo. Ho raggiunto il mio obiettivo.

A domani, tappa a Novi Ligure, per chi ci sarà.

 

Incontri del week end

Solito post flash, se continuo così questo blog diventerà un susseguirsi di tweet.

Tempo che scarseggia, impegnato a presentazioni dal vivo. Ringrazio la scuola di Carpineto Romano,  la professoressa Tola per l’accoglienza e i 120 ragazzi per l’interesse dimostrato. Non è assolutamente scontato che una presentazione con gli alunni riesca alla perfezione. Grazie anche al Sindaco e all’Assessore per essere intervenuti.

Poi. Altro week end zeppo di presentazioni, mentre negli scarti di tempo libero continuerò a spiare le vostre recensioni e commenti. Mi arrivano un po’ ovunque: Facebook, Twitter, messaggi privati ed email. Sono felice che Muses stia piacendo, la reazione dei lettori è superiore alle mie aspettative.

In molti mi chiedono l’uscita dell’ebook e la data della presentazione a Milano. Posso confermarvi che la versione digitale di Muses uscirà in questi giorni, non chiedetemi il motivo del ritardo perché è ignoto anche a me. Bon, pochi giorni dopo l’uscita del libro, alla fine va bene.

Per quanto riguarda Milano sono ancora in attesa. Non so che dirvi, insisterò per avere questo appuntamento. Forse era più semplice farmi ricevere in Vaticano.

Tornando al punto, week end prettamente ligure.  Ecco le presentazioni, ho scoperto stamani di avere due appuntamenti a Sanremo:

Venerdì  25 maggio, ore 9-10. Immaginaria SanRemo.  Liceo classico. Villa Magnolia (suppongo che sia un evento riservato alle scuole)

Venerdì  25 maggio, ore 1015 – 1115 Immaginaria SanRemo.  Accademia di belle arti (aperto a tutti)

Sabato 26 maggio: ore 1800 Libriinmostra, Palazzo Cambiaso Negrotto Dellepiane, Novi Ligure.  I migliori talenti della letteratura fantasy italiana offrono al pubblico una presentazione fantastica dei loro ultimi lavori, coordina l’incontro Igor Della Libera: Il burattinaio di Francesco Barbi, Baldini Castoldi Dalai ed.; Muses di Francesco Falconi, Mondadori ed.;  Iris. I sogni dei morti di Maurizio Temporin, Giunti ed.

Come sempre, la pagina Incontri sarà aggiornata con tutte le presentazioni. Presto saprò fornirvi anche un appuntamento in quel di Treviso, previsto per fine agosto.

Domenica 27, invece, atterro a Fiumicino e mi fiondo al mare. Sperando che il tempo non si scateni ancora una volta contro di me/noi.

Il week end successivo, invece, confermate Latina e Roma.

Ci vediamo, gente.

PS: Vi ricordo infine il contest, che potete leggere sul profilo facebook di Alice De Angelis, con scadenza venerdì.

Dopo il week end

Ancora stanco per il week end movimentato, e soprattutto amareggiato per quello che abbiamo letto e visto tramite i telegiornali. L’attentato di Brindisi, il terremoto. Sono dell’opinione che le sciagure siano delle calamite, si attraggono e capitano sempre tutte assieme. Non ho parole, sto ancora metabolizzando quello che è successo, tentando di distaccarmi dalle solite ondate mediatiche che, a ogni costo, devono trovare un colpevole che soddisfi l’opinione pubblica.

Poi vi parlerò della presentazione di Grosseto, ritorno nella mia terra madre. Per adesso vi lascio all’intervista Fantasy On Air registrata durante il Salone di Torino.

A presto. E speriamo in una settimana migliore.