The New Facebook

Per lavoro e anche per curiosità personale, mi sono ritrovato a provare la nuova impostazione grafica di Facebook. Basta che cliccate sull’immagine a sinistra per veder il nuovo profilo.

Ora, a prescindere dai gusti personali, mi volevo ricollegare al post precedente, quando si parlava di privacy. La grande novità Facebook, la Timeline (che ricorda molto la Time Machine di Apple) nasce proprio per distruggere le ultime (esili) barriere di privacy.

Sarà breve e conciso: Facebook, agendo sul suo punto di forza commerciale, ossia l’egotismo dei suoi utenti, permette di costruire un diario di tutta la nostra vita, che possiamo popolare con gli eventi “ante-era facebook”.

Hai comprato casa nel 2002? Ti sei spostato nel 1999? Hai preso un cane nel 2005? Sì, adesso puoi ricostruire la tua vita sulla timeline di Facebook.

In pratica, nella lotta contro le identià false, resisteranno solo le persone vere, che spiffereranno ai quattro venti tutti i loro segreti. Detta così, la reazione più ovvia è: figuriamoci se la gente ci infila i propri dati, esperienze, eventi di vita!

Be’, sono quasi sicuro (anzi, togliamo il quasi) che questo avverrà. E che gli utenti facebook continueranno a inserire dati, dalla nascita a oggi, per quel misterioso morbo insito che è l’opposto della privacy. In pratica, si raggiungerà il famoso ossimoro: le persone temono per la propria privacy, ma saranno proprio loro a mandarla in pensione, grazie alla sociologia di Facebook, alla volontoà di emanciparsi e a una UI graziosa e invitante.

A proposto di UI graziosa e invitante. Ammetto che qualche info da riempire nella timeline mi ha lasciato perplesso. Ora, ho compilato il campo “Pet“, aggiungendo la piccola e dolce nonché satanica Virgola. Mi sono fermato a occhi sgranati quando ho letto:

– Perdita di una persona cara (nome, e il “Passed on”). Non ho parole e non commento.

– Aggiungi un veicolo (car. Ottimo, sono statistiche importanti per la pubblicità)

– Frattura di un osso. Malattia Sconfitta. Intervento chirurgico. (devo commentare? Anche no)

– Licenza. Successo o premio.

Ed è solo l’inizio.

Siamo oltre il pericolo della privacy. Molto oltre. E, sociologicamente parlando, nell’era del web e del social networking sta accadendo qualcosa di davvero importante.

La privacy e l’anonimo 2.0

Il web sta cambiando, è sotto gli occhi di tutti. Nel tramonto del web 2.0, i  forum sono per lo più deserti, pullano i blog (dove vince WordPress ma sale di gradimento Tumblr e affonda inesorabilmente blogspot del signor Google, che corre ai ripari nel rimpasto confuso di Google+). Ma, naturalmente, stravincono i Social Newtork ormai consolidati.

Nel grande mare magnum, a livello globale, dopo la lenta agonia di MySpace, risulta vincitore Facebook, seguito subito dal famoso Twitter (poco, in Italia, in verità).

Spesso, sui quotidiani online e sui blog, si dibatte il tema privacy e diritto del consumatore. Be’, ve lo dico subito, le mie posizioni sono abbastanza delineate.

In primis, occorre chiedere la correzione del dizionario dei sinonimi e contrari. Il contrario di privacy è Facebook. Nasce proprio per questo: mettersi in vetrina, farsi conoscere, far leva sul virtuale per emanciparsi. Oltre che, ovviamente, perdere tempo, fare conoscenze, cazzeggiare e riallacciare nuovi e vecchi rapporti. Il tutto, per un servizio privato che non chiede canoni di abbonamento nella perfetta politica già rodata del meccanismo pubblicitario.

E i nostri dati sensibili? Ciao. Facebook vive di questo, campa sui nostri dati. Non è allarmismo, è un fatto chiaro. Basta cercare su internet e leggere in merito fiumi di articoli.

Facebook vive grazie alla presenza nel virtuale di persone reali. Così si spiega, sociologicamente, il suo successo, a prescindere da una user experience più o meno buona, che i signori di Palo Alto cambiano un mese sì e l’altro pure. Un successo che si sta replicando nel mondo mobile, tramite gli smartphone come Android o Apple. Quasi una carta di identità virtuale, fra non molto associata a qualche sistema di mobile payment, come del resto fa da tempo Apple con il suo iTunes.

In quest’ottica, la richiesta di un numero di telefono (come chiede ultimamente Google) è il minore dei problemi. Il che, naturalmente, fa capire bene perché Facebook abbia la regola dei nomi e cognomi veri, non nickname. Interessi di una strategia lampante. Una strategia che non approvo in questi termini, benché sia favorevole a una responsabilizzazione dell’anonimato su internet, fin troppo vago, confuso e spesso causa di spiacevoli situazioni di stalking e ingiurie.

Rifiuto quindi l’anonimato in rete? In molti casi sì. E per le segnalazioni anonime di reato, come facciamo? Facciamo, esistono sempre i workaround. Perché, queste segnalazioni non potrebbero rimanere anonime? Si sta parlando di un servizio pubblico di estrema importanza, non di un social network. Sottile e chiara differenze.

Ma non trovo neppure corretto che una persona psicolabile possa divertirsi in rete, verso chi magari mette la faccia e il proprio nome, e uscirne quasi sempre impunita. La strada della polizia postale, identificazione dell’IP ecc… non è affatto banale. E non è alla portata di tutti, figuriamoci dei minori.

Come sempre la scelta giusta è la via di mezzo, quella più difficile da perseguire. E anche vero però che Facebook, Twitter & CO sono servizi privati, non statali. Twitter ci mette mezzo secondo a cambiarti il nickname se lo pretende un personaggio pubblico.

Quindi? Nel momento in cui alcuni regole dettate non andranno a genio alla massa, la massa risponderà con un rifiuto. E, a quel punto, anche i colossi rivedranno alcune strategie.

Ma resta comunque un mondo virtuale. Dove la privacy è sempre più pubblica e dove, si spera, l’identità delle persone non sia associabile a un nick con il solo fine di essere e fare ciò che nella realtà non sarebbe possibile. Questo, a mio avviso, è ledere i diritti di chi utilizza la rete. Questo il vero danno. Perché, sia inteso, anche nel virtuale esistono dei limiti morali da rispettare. Fatto ultimamente sempre più a rischio.

Poi, come sempre, si può capire che forse è l’ora di uscire e stringere qualche mano vera.

Non solo il mouse.

 

 

Ellen&Kevin, read by Tiffany

Una nuova intervista stavolta sul sito Reading at Tyffany’s. Non sarò io a rispondere, ma Ellen e Kevin, quindi un botta e risposta molto particolare.

Oltre all’intervista e alla recensione, ci sarà anche un giveaways per vincere una copia di Nemesis – L’Ordine dell’Apocalisse.

Grazie ad Annalisa per la disponibilità!

 

 

La pensione degli scrittori

Tempo fa scrissi un articolo sul mestiere dello scrittore, per rispondere alla domanda più volte ripetuta (e capisco, legittima) sul perché non mi dedicassi a tempo pieno alla scrittura.

Pochi giorni fa invece spulciavo un ottimo blog, Finzioni, e ho trovato questo post.

Ecco, mi pare un altro punto interessante da considerare e discutere. Un titolo provocatorio: “Argentina, pensione agli scrittori. Italia, se vuoi scrivere paga”, mi sembra che esprima il concetto in poche righe.

In Italia, come più volte abbiamo detto, il business dell’EAP è fiorente, grazie ovviamente a coloro che sono disposti a pagare per vedere il loro libro pubblicato su carta ma non sugli scaffali. D’altro canto, però, non si fanno grandi passi avanti nella salvaguardia dello scrittore. Gli ebook sono affossati, con prezzi altissimi e con un’IVA al 21% (aggiornata anche lei) e, naturalmente, non esiste alcuna legge che consideri la scrittura un mestiere a 360°.

E’ vero, non ci avevo mai pensato, anche perché sono tecnicamente lontano dalla pensione (e, dopo ogni finanziaria sempre di più), però in effetti è un punto da considerare. Perché possono sorgere delle complicazioni con l’età che potrebbero impedire a una persona di scrivere. Quindi, visto che uno scrittore non sguazza mai nell’oro, si ritroverebbe in pratica senza un centesimo.

Interessante, per quanto deprimente.

La Madonna comunista

A quanto pare Madonna è comunista. Parole non mie, ma di Gabriella Carlucci. Ovvio, se ha l’ufficio stampa comunista lo è anche lei. Novità? Non direi. Madonna si è sempre dichiarata democratica, anti-Bush, prendendo delle batoste clamorose quando uscì “American Life” nel 2003, dove aveva espressamente dichiarato la sua avversione alla guerra e alla politica che l’America stava portando avanti all’epoca. Una presa di posizione forte, contro una parte di patriottismo americano, ferito nel cuore e nell’orgoglio, fomentato a combattere con ogni mezzo il nemico dell’Islam.

Questo era il 2003. Nel 2011 Madonna si è presentata a Venezia come regista di W.E., film che fra l’altro ha ricevuto una critica altalenante. Ma lasciamo stare la reinvenzione di Madonna come regista, e veniamo al punto.

Si sa, Madonna è stata e deve essere la pietra dello scandalo. Ormai superata la soglia dei 50anni, dopo l’epoca Sex/Erotica, redenta con la versione Spiritual Mum di Ray of light, deve comunque catalizzare l’attenzione dei media. E se gli stessi media non sono soddisfatti delle sue scappatelle con i boy toys, l’unico modo per riempire le pagine è affibbiarle qualche domanda scomoda su due temi scottanti: il Vaticano e la politica.

Si sa, temi che fanno tremare le fondamenta di un’immagine. Ed ecco la tipica domanda arrivata da un giornale che puntualmente cercava lo scoop di prima pagina: Cosa ne pensa di Berlusconi?

E scusate, una democratica cosa deve pensare? Ecco la risposta di Madonna, fra l’altro di un diplomatico assoluto:

“Non vorrei parlarne adesso. Ma il settimanale inglese Economist ha detto già tutto, no?”

Risposta fredda, se vogliamo, ma anche una frecciatina ben precisa, in quanto l’Economist esprimeva una sua chiara posizione. (qui l’originale). Non che il NY Times e il Financial Times siano stati più clementi.

Ma ovviamente Madonna non ha il pubblico dei sopracitati giornali, e arriva alle orecchie di altri target e fasce d’età. E ciò forse è un po’ scomodo. Un po’ troppo.

Così la Carlucci e la Santanché hanno trovato il tempo per un bel controattacco. Madonna, che, siamo onesti, dorme sogni tranquilli sulla situazione italiana, visto che lei vive a metà tra la Gran Bretagna e l’America.

Dice la Santanché:

“A questo punto spero che il suo film se lo veda da sola. E’ esecrabile che addirittura -proprio lei che si chiama Ciccone- sottoscriva nell’intervista a Oggi quanto riportato dal settimanale inglese The Economist su Silvio Berlusconi e che quindi sia d’accordo sul fatto che il premier avrebbe ‘fregato gli italiani e sarebbe da licenziare, perche’ un vero disastro’. 

Addirittura. Il Male adesso è Madonna. Anzi Ciccone. Perché aveva un nonno italiano. E’ esecrabile. Ma davvero? Be’, ma scusate signore, visto che la situazione economica dell’Italia non mi pare che risplenda, non potreste concentrare le vostre forze e sacro tempo su altri fronti? Così, è solo un’opinione. Perché, davvero, impegnare le vostre fatiche e  puntare il dito contro la Madonna Comunista mi pare un po’ ridicolo. E anche fuori luogo. E’ esecrabile che Madonna la pensi come l’Economist? Non credo proprio, è la sua opinione. Madonna fa politica? L’ha sempre fatta, ma non era di certo la campagna promozionale di Venezia. Ha solo risposto a una domanda, in modo piuttosto sintetico ma esaustivo.

Così, tanto per. Vi siete accorti della situazione economica dell’Italia? Come siamo messi nell’Europa?

La Carlucci rincara la dose:

Mi dispiace moltissimo che Madonna abbia avallato le tesi dell’Economist, tra l’altro in un Paese come l’Italia che la adora. Evidentemente ha un ufficio stampa comunista che le ha detto di dire così per farla uscire meglio sui giornali comunisti. Continuerò a essere una sua grandissima fan e ad apprezzarla artisticamente, ma trovo un errore strategico la sua dichiarazione. E’ evidente che non sa nulla dell’Italia. E’ come se io, che sono stata recentemente negli Usa per un gemellaggio con la città di Miami, parlassi male di Obama. Quello di Madonna e’ un comportamento molto scorretto, da lei non me lo aspettavo. E’ stata certamente imbeccata

Gabriella. Io non pretendo che lei conosca la vita di Madonna, il suo pensiero, i messaggi che ha lanciato durante i suoi concerti (sì, già allora c’era Berlusconi nei suoi video). Non pretendo che lei abbia letto una biografia di Madonna. Ma prima di dire ‘ste fesserie a un giornale, almeno ci si informi sul fatto che Madonna è sempre stata democratica (poi, se la vuole chiamare Comunista faccia pure, per l’amore del cielo. Anche se un dizionario servirebbe, e non quello dei sinonimi e contrari). E, soprattutto, si cerchi di capire che esistono persone che hanno cervello e ragionano prima di parlare. E sanno usare il tempo, qualità alquanto difficile da trovare, sembra.

Finita qui la guerra Anti-Madonna-Comunista del PDL? No, a quanto pare c’è molto tempo libero. Perché, l’Italia ha qualche problema più importante da risolvere? Certo! Ci illumina Corsaro:

No, nessun pericolo. Al massimo toglieremo qualche suo disco dai nostri scaffali. 

Be’. Naturale. Non mi stupisce la censura. Un déjà vu?

[PS, per Corsaro: i dischi non si vendono più sugli scaffali da circa 3-4 anni. Semmai chiedi a Tim Cook, the new Steve Jobs, se te la toglie da iTunes. Chissà perché, ho qualche dubbio in merito.]

Perdonatemi, infine, se non trovo parole per commentare l’uscita di Giovanardi. Credo non sia necessario aggiungere altro. Proprio non ce la faccio.

No, il suo pensiero politico non conta nulla. Gli italiani sanno che è una supermiliardaria e non è che la gente si lasci irretire da questi satrapi ricchi e viziati. Tra l’altro, la signora Ciccone è apertamente per le famiglie omosessuali, quindi schierata palesemente contro la nostra cultura e la nostra Costituzione che non prevedono famiglie gay

E Madonna come ha risposto a questa grande caciara? Con questo video, prendendo in giro se stessa per la sua gaffe sulle ortensie.

La differenza tra la classe e la disperazione.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=-qlXMA0v-WA

Videointervista con Cassandra Clare, online

 

Ehm, vi ricordate il mio incontro a Giugno con Cassandra Clare, autrice della serie Shadowshunter? Be’, finalmente è online. Ci sono stati un po’ di problemi tecnici per preparare il video e montare i sottotitoli, poi le vacanze estive… insomma ce l’abbiamo fatta. Secondo ehm… sorry for the english Cassandra 🙂

LINK VIDEOINTERVISTA URBAN-FANTASY