Every dollar makes a difference: Autori per il Giappone

Le donne ci fanno sempre le scarpe, si sa.

Conosco molti colleghi scrittori e scrittrici, in modo virtuale e non. Ma devo dire che l’iniziativa promossa da Lara Manni mi ha entusiasmato e ho aderito subito.

Come sapete, sono in contatto con la Raising Malawi, a cui devolverò quasi tutto l’incasso della prossima biografia Mad for Madonna. Ma  adesso c’è un’urgenza maggiore, si chiama Giappone.

Leggete il post di Lara Manni, ecco il link. Un invito che rivolgo anch’io a tutti gli scrittori che leggono il mio blog. Se aderite, scrivete qui nei commenti la vostra disponibilità.

Every dollar makes a difference.

150

Eccoci, 150 anni dall’Unità di Italia. Sì, è vero, sembrano feste preconfezionate, di cui spesso ci scordiamo il significato. Proprio come il 25 aprile, o il 1 maggio. Ma forse, chissà, proprio quando qualche politico cerca di spezzare l’Italia, quando i confini tra nord e sud non dovrebbero esistere, quando vediamo paesi così lontani dal nostro dove ogni cittadino si prende per mano per sopravvivere, allora conviene fermarsi un istante a pensare. Che questa Italia esiste. Che forse dovremmo smetterla di criticarla, di sognare all’espatrio, di vergognarci del nostro leader senza poi far nulla, di piangere e scuotere la testa. Dovremmo riscoprire quello spirito patriottico che proviamo solo ai mondiali di calcio, oppure quando andiamo all’estero e ci additano come pizzaioli e mafiosi. Perché sì, a noi italiani piace viaggiare e in ogni angolo del mondo troveremo sempre un nostro concittadino. Perché sì, noi italiani conosciamo poco il nostro paese. Da Venezia, a Mantova, a Firenze, a Roma, a Napoli e a Catania. Perché sì, l’Italia è uno dei paesi più belli al mondo, coi suoi pregi e i suoi difetti, una culla di storia invidiata dal tutto il mondo.

E allora, almeno oggi, godiamo di quest’invidia e sentiamoci orgogliosi del nostro Paese.

Oggi volevo farmi un giro al centro di Roma, ma la pioggia incessante ha rovinato tutto. In compenso vi lascio un piccolo video girato ai piedi del Colosseo.

httpv://www.youtube.com/watch?v=lh0FXVonCu8

PS: ringrazio Vittorio per la bellissima email che mi ha spedito stamani. Ti risponderò al più presto.

PS2: Vi lascio il link del sito di Gabriele dove si parla dell’antologia Sanctuary

La Bella e la Bestia al Brancaccio

Ieri sera sono andato a vedere il musical “La Bella e la Bestia” al teatro Brancaccio. Era da dicembre che avevo questa’intenzione, e ho approfittato dello sconto del 50% del 15 marzo, beccandomi un ottimo posto in seconda fila.

Che dire, adoro i musical, a Roma ne ho visti tanti. Notre Dame, Jesus Christ Superstar, la Divina Commedia, ognuno diverso e a suo modo particolare e affascinante. La bella e la bestia ha un punto di forza imbattibile: scenografia e costumi. Sono davvero stupendi, creano un’atmosfera unica e incredibile.

Tanto per farvi capire che non si tratta di uno spettacolino raffazzonato, ecco qualche dato:

L’anteprima mondiale del musical “La Bella e la Bestia” ha avuto luogo al Theatre Under The Stars di Houston in Texas nel Novembre del 1993.

Il 18 Aprile del 1994 lo show debutta al Palace Theatre di Broadway, dove resta in scena fino al 1999, anno in cui si sposta al Lunt-Fontanne Theatre, sempre a Broadway, e qui rimane fino al 2007.

Il successo straordinario ed ininterrotto di questo spettacolo è provato dai 13 anni ininterrotti di rappresentazione (oltre 5000 repliche!) solo a New York. Disney Theatricals decise infatti di chiudere lo spettacolo non per l’affievolirsi dell’entusiasmo del pubblico, ma soltanto per lasciare spazio alla nuova produzione “La Sirenetta”.

Nel frattempo nel 1997 il musical approda al Dominion Theatre di Londra, ma è nel 2005 che Stage Entertainment gli dona una nuova vita, producendone una nuova scintillante versione con scenografie meravigliose, sontuosi costumi e nuovi effetti speciali. In questa veste lo spettacolo va prima in scena sui palcoscenici di Olanda, Belgio, Germania, per arrivare in Spagna e Russia dove è tutt’ora rappresentato.

Dal 2 ottobre finalmente arriva anche a Milano, dopo essere stato visto da oltre 25 milioni di spettatori.

Le musiche sono coinvolgenti, e ti trascinano nell’atmosfera Disney. Bastano poche canzoni e il sense of wonder prevale.

Davvero, merita. Se siete di Roma non lasciatevi sfuggire le ultime date di marzo, anche perché continua con uno sconto del 30%.

Vi lascio un simpatico trailer.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=rpM9LhpMFRQ

 

Nucleare

Leggetevi questo articolo tratto da Repubblica.

Siamo alle solite. Ci affanniamo in una corsa che sembra non presentare ostacoli, ci fermiamo a pensare alle conseguenze solo quando siamo di fronte a un baratro. Guardiamo nel buio, ne abbiamo paura, facciamo un passo indietro.

E questo che sta accadendo in questi giorni, mentre il rischio della fusione del nocciolo è uno spettro che incombe sul Giappone, risvegliando i vecchi incubi di Chernobyl. Poi passano le ore, i giorni, gli anni, e torniamo a dimenticare cosa la storia ci ha insegnato, perché la sete di denaro e gli interessi prevalicano la nostra salute e quella dei nostri figli.

Nucleare. Ne abbiamo le prove. Sappiamo che possiamo impegnarci quanto vogliamo a costruire una centrale perfetta, ma perfetta non sarà mai. Perché esiste l’errore umano (Chernobyl), perché esiste un destino a cui non possiamo sottrarci (Giappone). Perché, poi, siamo convinti che può essere la strada migliore per dissetare l’ingordigia di energia.

Oppure c’è dell’altro, sotto, da scavare. Perché decidere a favore de l nucleare non implica non essere più schiavi del petrolio. Non implica recidere il legame con i paesi del sud est asiatico. Implica spostare la nostra dipendenza dall’oro nero all’uranio. Significa rimanere impigliati in un’altra ragnatela politica ed economica invisibile, che molti politici tessono senza farci vedere. Nascondendoci altre realtà, come lo smaltimento di scorie radioattive. Un problema enorme, che andrebbe analizzato e risolto ancor prima di far passare dall’anticamera del cervello l’ipotesi di una centrale nucleare. E, soprattutto, non dovrebbe mai venire in mente a coloro che governano un paese che non è capace neppure a smaltire la spazzatura. Spazzatura che rappresenta l’oro, il petrolio e l’uranio della malavita, della mafia, di cosa nostra.

Questa è la verità. Prendiamo esempio da chi ci sta attorno. Prima si seguire come capre i politici, capiamo il problema. Infine, non poniamoci queste domande solo quando vediamo morire le persone.

Perché Chernobyl sembra lontana, nel tempo. Il Giappone sembra lontano, nello spazio. Eppure, se ci pensiamo, sono ogni ora sempre più vicini.

Il dolore dei nihonjin

E’ passato qualche giorno. Ore che servono per rendersi conto di ciò che è successo, per capire le proporzioni di un dramma che forse non ha precedenti. Non bastano le parole, non serve a nulla dire cosa si poteva e si può fare. Tutti lo sappiamo.

Vi lascio tre articoli da leggere, che mi hanno particolarmente colpito.

Minamisanriku

La sfida

L’abitudine al dolore.

E poi ci sono le centrali nucleari. Ma riparliamone fra qualche giorno, per adesso silenzio.

iFollia

Sapete che sono un appassionato di Apple. Inutile che vi stia a dire perché: mi piacciono i prodotti, sono piacevoli da usare, funzionano e trasformano l’incubo windows in un lontano ricordo. Tanto che possiedo in iPod, un iMac, un macbook, un macbook air, un iPhone e un iPad. Direi che sono al completo e, che ci crediate o no, li uso tutti sia per lavorare sia per cazzeggiare. L’iPod in palestra, l’iMac è il computer principale, il macbook è stato regalato, il macbook air quando sono in viaggio, iPhone per tutto, l’iPad per leggere, consultare news, email, internet a casa e fuori.

Questa è la mia piccola iFollia, ma c’è chi sta molto, molto peggio di me. In confronto sono un pivello.

Guardate il video sotto:

httpv://www.youtube.com/watch?v=hIZtBMUVT1g

La tipa si è messa in fila da mercoledì notte di fronte all’Apple store di New York, per poi vendere il suo posto a 900$. (posto che è stato poi acquistato).

Credo che sia imbattibile