www.RimedioUniversale.it

Post rapido del lunedì, per comunicarvi la nascita di un blog/aggregatore molto interessante, RimedioUniversale.

Gestito dal buon Valberici ed Eleas, proporrà alcuni post interessanti trovati in rete, tra cui anche qualcuno dei miei (il che implica che non posso sempre cazzeggiare… ahia… :p) ma anche inediti. Trovate il “manifesto” sul sito.

Dateci un’occhiata.

Segnalo anche la nuova classifica di EvidenziaLibri/10Righe dai Libri gennaio 2011. Nemesis scende ma resiste.

Buon lunedì!

Cliffhanger

Tanto per capire di cosa si tratta, sotto trovate una breve definizione tratta da wikipedia:

Il cliffhanger è un espediente narrativo usato in letteratura, nel cinema, nelle serie televisive e in altre forme di fiction, in cui la narrazione si conclude con una interruzione brusca in corrispondenza di un colpo di scena o di un altro momento culminante caratterizzato da una forte suspense.

La prima volta (più o meno consapevolmente) che ho utilizzato il cliffhanger è stato in Estasia – Il Sigillo del Triadema. Lo scopo era quello di facilitare il lettore nel seguire le tre storie parallele, in modo tale  riuscisse facilmente a ricordare il breakpoint del precedente filone narrativo. Il rovescio della medaglia era però evidente: la suspense spingeva il lettore a “saltare” una storia per sapere cosa accadeva nella successiva.

Stesso problema nell’Aurora delle Streghe dove, sebbene non ci siano storie parallele, era un alternarsi tra la narrazione passata e quella presente, per poi ricongiungersi idealmente nella scena descritta nel prologo.

Con Nemesis è stato più semplice, perché le due voci narrative seguivano un continuum temporale, sebbene da due punti di vista diversi. La stessa cosa troverete più o meno nel seguito di Nemesis, con qualche altra particolarità, ossia un “rewind” temporale. Cambiando il PoV da Ellen a Kevin in un cliffhanger, in alcuni casi ho spostato la narrazione “indietro” di qualche minuto, per poi proseguire dall’interruzione precedente. Be’ se avete letto il terzo libro di Estasia, sapete a cosa mi riferisco.

In questo caso non si rischia l’affezionamento del lettore, che preso dalla curiosità si disinteressa alla storia successiva, ma lo spinge a rivivere l’avvenimento da un’altra prospettiva, magari con qualche dettaglio in più che in precedenza gli era sfuggito o che io, volutamente, avevo inserito come secondario.

Ok, vi ho confuso bene bene le idee?

If you pay, I’m more than happy

Pochi giorni fa parlavo con un editore, e il discorso è finito sul tema case editrici a pagamento. L’editore, pur essendo contrario a questo tipo di commercio che non è editoria, si è dimostrato alquanto felice.

Perché, grazie all’editoria a pagamento, riceve meno manoscritti di dubbia qualità.

Perché, grazie all’editoria a pagamento, non si trova tra i piedi autori che non credono nel proprio romanzo.

Perché, grazie all’editoria a pagamento, ha a che fare con meno autori arroganti che non sanno aspettare e cedono al proprio egocentrismo.

Perché, grazie all’editoria a pagamento, la mamma degli imbecilli è sempre incinta.

Alla fine della discussione, con mia sorpresa, ero d’accordo con lui.

Flash Book

Seconda (e ultima) “flash news” della giornata, stavolta una buona notizia. Ci sono delle persone, dei giovani, che per esprimere la loro protesta non spaccano le vetrine. Non si coprono il volto distruggendo tutto quello che gli sta attorno, per sfogare una rabbia più o meno inespressa, più o meno giustificata, rispondendo alla violenza psicologica e sociale con quella fisica.

Esistono delle persone, dei giovani, che si siedono. Aprono un libro. E leggono.

Leggetevi questo articolo di Valeria Merlini su Panorama Libri, e riflettiamo.

(mis)Fatti quotidiani

A volte aprire la pagina di Repubblica.it è un modo per trascorrere una deliziosa mezz’ora in compagnia della dolce cronaca del nostro paese. Già, quale migliore modo per scaldare i nostri cuori in queste giornate così gelide?

 

Prendiamo la prima notizia, quella più nota. La cordiale telefonata del Premier alla trasmissione l’Infedele. Suvvia, non siamo troppo inflessibili. Già il nome è tutto un programma: l’infedele. Berlusconi poteva mancare? Sarebbe rimasto immune a una parola così densa di significati, non solo verso la famiglia, ma in senso più generale verso tutti gli italiani? Certo che no, e forse si è anche confuso, visto il tema, concludendo con l’accusa di “postribolo televisivo”. Chi meglio di lui può affibbiare un termine simile, scusate? Nobody. Ah, commovente il suo richiamo alle armi per la Zanicchi, che dulcis in fundo non rispetta il diktat. Ahi, Iva, ahi! Mi sa che dovrai ripetere Cento! Cento! Cento! ma non sarà per azzeccare il prezzo giusto. Ci sta che siano 100 calci nel di dietro. Povera la nostra Zingara.

E adesso, una legittima la domanda: ma perché Lerner permette che il Premier telefoni alla sua trasmissione per vomitare una valanga di accuse? Ovvio, si potrebbe dire, per mostrare fino a che punto Silvio è capace di spingersi (perché, già non lo sapevamo?). Oppure per aumentare lo share, che non fa mai male.

 

Vabbuò, passiamo oltre. Nelle fredde giornate odierne capita anche di leggere di profanazione di tombe, come quella accaduta alla salma di Mike Bongiorno. Perché quando credi di aver visto ogni sfaccettatura dell’incarnazione altresì chiamata con il nome di follia, scopri che esiste sempre un livello superiore. Come un videogioco che non finisce più. O le puntate di Beautiful.

 

Poi, come se non bastasse, si torna a parlare di matrimoni e divorzi. Stavolta letterario, con Saviano che abbandona la Marina Mondadori… ehm, Berlusconi e passa a un soddisfattissmo Carlo Feltrinelli che per un istante si sente come Re Mida. Non importa che la trasmissione Vieni via con me abbia svolto il suo ruolo, in modo egregio. Perché non creare un bel libro che corra sulla scia di un qualcosa che se fosse rimasto tale sarebbe stato troppo encomiabile per la nostra squisita Italia? Per raggiungere un pubblico più vasto, dichiarano. Da quando il pubblico della TV, altresì noto con il nome di telespettatore, è meno vasto di quello dei libri, altreno ignoto con quel termine arcaico di lettore?

 

Mela d’oro all’Aurora delle Streghe

Stamani mi è arrivata una simpatica email da VocedelSilenzio, proprietario del blog le Mele del Silenzio, dove nei giorni passati si è tenuto un sondaggio per aggiudicare la Mela d’oro al miglior libro italiano 2010.

L’Aurora delle Streghe si è aggiudicata il premio.

Che dire, ringrazio VocedelSilenzio per la nomination e i lettori per averlo votato!

Link al post Mela d’Oro