Nemesis e altre news

Qualche news rapida, che il lunedì è sempre un maledetto lunedì.

Alòr, qui su FM trovate la recensione sull’Aurora delle Streghe, firmata Emanuele Manco.

Invece l’uscita di Nemesis è stata anticipata a mercoledì 29 Settembre, cioè dopo domani. Notizia ricevuta nelle fredde lande finlandesi che mi ero scondato di dirvi.

Poi, ieri sera sono andato a vedere Inception. Merita, davvero. Una sceneggiatura complessa, ma un film davvero godibile con delle buone idee originali (e anche qualcosa di rivisto, ma non troppo). Andate a vederlo.

Buona settiamana!

Frasi (6/6)

«E poi, fa differenza?» continuò lei con espressione mesta. «Arcangeli, Sfere, Immacolati, Angeli Ombra. Siamo chiamati per un’unica missione: portare amore, curare il male, preservare l’equilibrio.»

«Affinché l’uomo possa decidere del proprio futuro. Possa soffrire. Possa gioire» conclusi.

Rachel indietreggiò di un passo. «È ora che io vada.»

Quando capii ciò che stava per succedere, urlai con tutto me stesso. Fu un solo istante, poi il dolore tornò a bruciarmi nel petto togliendomi il respiro.

Rachel era venuta per dirmi addio. Avrebbe seguito il suo destino e forse non ci saremo più rivisti. Aveva deciso quindi di rinunciare a diventare un Angelo Ombra.

«Rachel, non lasciarmi, ti prego. Ho bisogno di te.»

Rachel chinò la testa. «Il sole si è spento. La notte è senza stelle. Ma il tuo nome è scritto nel cielo. Il tuo nome è scritto nel mio cuore.»

Sorrise, ancora una volta.

Poi, la nebbia mi rubò l’immagine del suo volto.

Per sempre.


Frasi (5/6)

Una lacrima rigò la mia guancia.

«Per… perché?».

«Perché un Angelo e un Demone non possono stare insieme».

«Perché?».

«Perché è la nostra natura».

«Perché?».

«Perché siamo diversi!».

Scossi la testa, singhiozzando. «No, ti sbagli. Noi non siamo diversi. Lo sai. Siamo anime perdute in questo mondo, nulla di più. Siamo due ragazzi che vogliono stare insieme. Che si amano. Tutto qui». Alzai la testa, mi asciugai le guance. «Kevin, io ti amo».

Frasi (4/6)

La trascinai contro il mio petto. La strinsi forte, perché quell’abbraccio potesse dominare il dolore della sua perdita. La paura di non poterla più avere vicino mi faceva impazzire.

Le emozioni si affastellavano sui miei pensieri, il sangue pulsava impetuoso nelle vene, il cuore martellava come rintocchi di campane.
Le strappai un bacio. Un bacio che non aveva nulla di delicato e gentile.
Fu un gesto passionale, voluttuoso, liberatorio. La violenza di un amore che gridava di uscire da troppo tempo, finalmente scevro dalle catene che l’avevano costretto al silenzio.
La desideravo con tutto me stesso. Volevo perdermi nel profumo dei suoi capelli, lottare con la mia lingua contro la sua. Un desiderio che non potevo frenare, il bisogno indissolubile di possedere il suo corpo, toglierle i vestiti, assaporare la sua pelle, violare la sua intimità. La tentazione di un amore irrazionale e primitivo che frustrava l’ardore del mio istinto.

Frasi (3/6)

Ellen fece una lunga pausa, umettandosi le labbra. Non ebbi la forza di replicare. Qualsiasi frase avessi pronunciato non avrebbe risolto la situazione. Né alleviato il suo dolore.

«In uno strano libro ho letto che i Demoni sono portatori di male, gli Angeli di bene. Una spiegazione semplicistica, forse, ma abbastanza chiara. Se tutto questo è vero, come mai voi Angeli non siete in grado di aiutare una persona che sta morendo? Sono più importanti le leggi, le caste, le gerarchie? Avete il dono unico di donare gioia e felicità, ma osservate in silenzio il dolore e la disperazione, perché l’equilibrio deve essere deciso in un sol giorno, una volta ogni otto anni. Forse gli Angeli non sono così buoni come credevo. Forse, Kevin, neppure tu sei la persona speciale che immaginavo».
Detto questo Ellen si allontanò, finché non divenne altro che un alone nell’oscurità.

 

La cupola di King

Un piccolo aggiornamento dal paese del nord dove, naturalmente, è quasi inverno. O almeno le temperature sono paragonabili a un nostro dicembre.


Nel frattempo ho concluso la lettura dell’ultimo libro di King, The Dome. Dopo l’interessante lettura di The Duma Key, ho deciso di bissare con l’ultimo romanzo, benché la sua mole (più di 1000 pagine) non fosse certo un invito.
Dunque, diciamo che The Dome mi ha lasciato molto perplesso. Rimane lo stile fluido di King, che ti trascina nella lettura senza darti respiro, ma il libro nel complesso appena raggiunge la sufficienza.
L’impasto corale e l’assenza di un vero protagonista spesso tende a distrarre il lettore ma, una volta entrati nel meccanismo della narrazione può risultare anche piacevole. Rimane il King prolisso: pagine e pagine che sono del tutto opzionali e non portano avanti la narrazione in modo significativo. Molto interessante, invece, la caratterizzazione dei personaggi e l’analisi psicologica dei prigionieri all’interno della cupola. Un’evoluzione equilibrata e ben descritta, che sfocia nella violenza e nella follia. Come solo King sa fare, non si discute.
Ma poi… sì, c’è un grosso “ma” in questo libro, e si chiama finale. Ora, con 1000 e passa pagine il signor King aveva tutto lo spazio del mondo perconcludere in modo dignitoso il romanzo. E invece ci troviamo di fronte a una conclusione deludente che abusa di cliché che forse trovavano una buona collocazione negli anni ’80, non più adesso.
Senza giri di parole il finale di The Dome se la gioca bene con quello di IT. E ho già detto tutto.
Poi, non scordiamoci un punto fondamentale: la cupola. Mentre lettore avanza nelle pagine cresce in lui la curiosità di conoscere il significato della cupola. Un’esigenza naturale, imposta dal taglio che King ha dato al romanzo. Ecco, non si può concludere con una sciocchezza del genere. Mi è stato più che sufficiente Lost, non c’è bisogno di bissare quell’inadeguatezza. Io la chiamo presa di giro, fate voi.
Per concludere, un romanzo che non mi sento di consigliarvi. Rimane la letteratura di King, sempre ad alti livelli, ma la trama e la struttura sono davvero mediocri.

 


Frasi (2/6)


«Sono un Demone Emerso, Kevin».
«Sono un Angelo Ombra, Ellen».
«Siamo destinati a combatterci per l’eternità».
«Siamo destinati a combatterci solo se lo vorremo. Non ho paura di te. Ti amo, questa è la mia unica certezza».