Leggevo questo articolo sul sito di Licia Troisi, discorso ampiamente trattato anche dalla Lipperini e da altri blog e testate giornalistiche.
Tanto per chiarire, sono ovviamente d’accordo con loro. Fra l’altro ho letto con piacere la Avallone, il libro mi è piaciuto molto, e neppure per un istante mi è passata in mente l’idea “Ma se l’autrice oltre che brava fosse anche figa? E le tette come ce l’ha?”
Poi leggo a giro invettive contro il sessismo verso le donne, stalking, effetto veline eccetera eccetera. Ok, sono argomenti importanti ed è bene discuterne tanto quanto denunciarli. Perché, certo, siamo nel 2010 ma viviamo ancora in una società dove la donna fa carriera per sesso, i gay sono picchiati a sangue, gli immigrati sono delle bestie e gli zingari tutti maledetti ladri.
Nulla di nuovo all’orizzonte. Cioè, all’orizzonte il sole continua a sorgere e tramontare ogni giorno, ma la mente delle persone non tiene lo stesso ritmo. Evidenza dei fatti.
Però volevo anche ribaltare un po’ il punto di vista. Dai, su, usciamo dai soliti cliché. Perché parlare solo delle donne maltrattate, additate solo per il loro aspetto fisico come se non avessero una testa poggiata sulle spalle a mio avviso è molto limititativo e limitante. E’ vero che se da un lato la donna è sostenitrice del femminismo, dall’altro lo spinge all’involuzione creando l’uomo oggetto. Una controparte perfetta, che ha preso piede solo nell’ultimo decennio.
Certo, parità dei sessi. Prima si vedevano solo le donne mezze nude in TV, colpo grosso ha aumentato la salivazione di molti maschi italiani. La controparte, il corpo dell’uomo, era invece un totale tabù. Oggi non è più così, anche per pubblicizzare un omogeneizzato i genitori sono naturalmente nudi, chiappe al vento entrambi. Sode e levigate come marmo.
Il passo successivo è semplice. Dar forza al femminismo per trasformare la donna oggetto nell’uomo oggetto. Si parte con gli spot televisivi, per finire a programmi demenziali come Uomini e Donne, dove le casalinghe si trasformano in casalingue guardone. Non solo, ma il tronista di turno diventa poi anche pornostar, per i segreti più inconfessi delle telespettatrici e l’ammirazione dei maschi alla ricerca di una sopita e sconosciuta virilità. Perché poi, alla fine, dopo secoli e secoli, streghe al rogo e santa inquisizione, ancora si vive nel concetto che il tronista pornostar è figo, se fosse stata una donna sarebbero bastate 5 lettere per liquidarla. La prima è la T l’ultima la A.
Eppure l’uomo oggetto sta avanzando a spron battuto, chissà se un giorno non toglierà il lavoro alle femministe più convinte.
Perché si sa, il mondo sta un po’ cambiando e il talento non prescinde più dall’aspetto fisico. Prendiamo la musica, che ormai si aggrappa alle stelle comete di Xfactor e Amici. Certo, il genio che ha un sodoku al posto della faccia fa sempre cool, ma solo se attorniato da una decina di cantanti maschi superfighi che fanno televotare migliaia di ragazzine.
Cinema? Beh, guardate qualche telefilm, anche italiani. Non importa che Scamarcio abbia la stessa tensione muscolare del viso per quattro film di fila, è bello, vende. Punto. E nell’editoria? Beh, si sa, lo scrittore è molto meno velino e appariscente. Resta quel coglione la cui foto (se brutta) spesso non sta neppure in costola. Per quanto? Per poco.
Anche gli editori sono all’affamata ricerca dei casi editoriali. Orami consumata l’onda dei geni under 14, non vogliamo metterci un bel fusto demente che magnetizza con uno sguardo allupato/assassino? Il passo è breve. Se prima l’uomo oggetto stava negli harmony, adesso imperversa nel fantastico, dal softcore di Twilight all’hardcore della Ward, dove il vampirone muscoloso ha un membro che terrorizza l’obelisco di piazza del Popolo.
Ovvio, ‘sto bello deve anche essere dannato. Semplice, lo trucchiamo un po’, gli imponiamo uno sguardo truce e, soprattutto, non lo facciamo parlare. Scusate, ma per essere dannati non servono molte parole.
Oppure sì?