Il paiolo delle necessità

Volevo intitolare il post: Come scrive uno scrittore. C’era una ripetizione, l’ho cambiato in: Come si organizza uno scrittore. Ho smusettato sulla parola scrittore, e il titolo è diventato: Come mi organizzo. Il che faceva abbastanza pena.

Il “paiolo delle necessità” riassume più o meno il concetto. Quando a 14 anni scrissi i primi capitoli di Estasia, tutto era nato da una necessità. Quella di scrivere una storia fantastica che fosse tutta mia, ispirata alla Storia Infinita. La difficoltà di realizzare un libro che potesse essere letto a più livelli, alludendo a Dante e Leroux.

Quando mi cimentai su Estasia2, la necessità era quella di stravolgere il mondo, attualizzarlo al Francesco trentenne, svincolarlo dall’eredità endiana. Un contrasto tra il fantastico e il mondo reale, con riferimenti più o meno velati.
Estasia 3 rappresentava la necessità di concludere la trilogia, senza finali alla Walt Disney, così come la sentivo nelle vene. Richiami ai sette peccati capitali, a Durer, Dalì, agli Inni Orfici, a Martha Graham.
Nel frattempo, sentii la necessità di crescere. Un libro che non nascesse da un mondo, ma da personaggi complessi e tormentati. Non mi proposi un target preciso, benché alla fine Prodigium si presentò più adatto agli young adults. Il secondo libro, come sapete, era semplicemente la conclusione. Nulla di più. “Prodigium L’Acropoli delle Ombre” uscirà a marzo 2010, benché alcuni di voi l’abbiano già letto nell’edizione limitata.
Nel frattempo, ho sentito altre esigenze. Era la necessità di una commistione di generi, di scoprire dei personaggi che avessero una tridimensionalità più tangibile.
Così è nato G*, libro edito Verdenero che uscirà a metà 2010. Necessità di parlare di argomenti più complessi, personaggi difficili per un target adulto. Rendere sempre più sfumato il confine tra la realtà e la fantasia, tra la scienza e la religione. Economia e capitalismo. Tra un prete e una donna. Tra luce e ombra, gotico e biopunk. E ancora presto per parlarne, mi fermo qui.
Poi, il paiolo si è riempito di altre idee. Una storia d’amore e di dolore, ambientata nelle Highlands, che ho concluso pochi giorni fa. Spedita a un editore con cui non ho mai lavorato, ma con il quale sono sicuro troverò una giusta sintonia. Forse vedrete B* a fine 2010.
Avevo bisogno di esplorare questo mondo. Analizzare i sentimenti da un doppio punto di vista, in una realtà vera e tangibile, la Scozia. La vita di una ragazza. E di un ragazzo. Storie tormentate. Difficili. Di gioia e di insofferenza. Di Paradiso e Inferno. Di Angeli e Demoni.
Ma altre idee sono finite senza volerlo nel paiolo delle necessità. Due storie per ragazzi. Una probabilmente farà capolino nel 2011, scritta a quattro mani con un autore che stimo. L’altra è ancora in pausa di riflessione. Ha tanti colori, musica e gioia. Ogni tanto sento la necessità di essere positivo. Colorato. Gioioso. E’ ancora là, sta cuocendo nel paiolo a fuoco lento.
Ma quando c’è troppa musica e colore, tendo a invertire la rotta e a gettare nel paiolo storie meno felici. Ed ecco nascerne altre due, per pubblico adulto, dove il fantasy diventa solo uno sfondo, dove il mondo che mi circonda prende sempre più piede. Non so neppure io come catalogarle. Tendo sempre a dire “fantastico” se c’è una sfumature surreale. Per me è semplicemente un libro, anche se verte più sul thriller kinghiano o sul romance. In tutta sincerità, non me ne importa nulla.
Perché tutto nasce sempre da una semplice necessità.

2 cents su FantasyMagazine

L’ho scritto nel post precedente, quando sono in fase di stesura finale di un libro mi isolo dal mondo esterno. Non guardo più neppure i Google Feed, eccezion fatta per Repubblica.
Per l’appunto, mi ero perso un interessante post sul blog di Loredana Lipperini – Lipperatura – Orrore e Horror – che, specialmente nei commenti, parla anche di Fantasy Magazine.
Ecco, prendo spunto per dare la mia opinione a riguardo, visto che non l’ho mai fatto.
Come nel precedente post, mi astengo ancora una volta dal parlare della letteratura fantasy serie A, B o C. L’ho fatto in passato. L’anno scorso e quello prima. Basta. E’ sempre la solita solfa. Persone che parlano aprioristicamente senza conoscere il genere, nel migliore dei casi avendo letto solo un libro, nel peggiore riconducendolo a “c’è un drago in copertina allora è fantasy”. Lasciamo ruotare i mulini a vento.
Parliamo invece di Fantasy Magazine, che tutti voi conoscete. Sapete anche che la redazione “fissa” è formata da un gruppo di persone appassionate, che sono ripagate con una pacca sulla spalla. AFAIK, esiste un criterio di scelta per far parte della redazione di FM, ma non è richiesta la laurea né fatto un quiz dettagliato per sondare il bagaglio culturale dell’aspirante redattore. In generale, da quello che vedo, le persone si sono “specializzate” in alcuni campi. Marina Lenti per Harry Potter, Luca Azzolini per gli autori italiani. Se sanno scrivere buoni articoli su ciò che conoscono e sanno rispettare determinati livelli di qualità, restano in redazione.
Tuttavia per tutti esiste la possibilità di mandare un articolo alla redazione. Se reputato valido e inerente alla testata, sarà messo online. Io stesso ho scritto una recensione su un libro della Troisi e di Stroud, spero in futuro di trovare tempo per prepararne una su Gaiman.
Leggo Andrea GL che scrive: “ampliare gli orizzonti non significa parlare di Carmilla, significa dimostrare come Houellebecq sia un grande scrittore di genere, che Golding sia uno dei “nostri”, convincere il pubblico a leggere Borges, Bulgakov perché quelli sono testi che chi ama il “fantastico” non può non leggere.” e Loredana che ribadisce: “Ciò detto, mi auguro di cuore di vedere, prima o poi, un articolo che dimostri come Joyce, in The dead, abbia scritto un racconto gotico. “. Reputo questi punti di vista corretti, in quanto esprimono il desiderio di leggere articoli di un taglio un po’ diverso dal solito.  Sottolineo “un po’ diverso” perché basta spulciare la sezione Approfondimenti o Rubriche per trovare articoli che non siano semplici comunicati stampa o uscite di libri.
Ora la domanda nasce spontanea: se provate necessità legittima, perché non scrivete un articolo e lo spedite alla redazione di FM? Non diamo per scontato che tutti conoscano Borges o Houellebecq, né abbiano le competenze per farlo.
Altra considerazione. Scriviamo in homepage un articolo su Borges e uno sulla Meyers. Guardiamo gli accessi a fine serata. Inutile dire chi vince. E ricordiamoci che FantasyMagazine vive di pubblicità. Accessi e click sugli sponsor. Siamo onesti fino alla fine.
Bene. Giustamente obiettate il fatto che finché si rimane sul piano Meyers-Paolini non si allargano gli orizzonti, e su questo concordo. Ma oltre alla capacità di un redattore di conoscere determinati argomenti, mi pare normale che una rivista tratti temi che interessano alla massa e non a una piccola nicchia (vero, il fantasy è già di nicchia). Sarebbe come dire: non parlo della Troisi perché è troppo commerciale, piace&vende troppo e preferisco essere sofisticato con argomenti più nerd.
Ma certo che no. Ben vengano l’uno e l’altro. Ma è naturale che si dia più attenzione a ciò che rappresenta il nostro costume. Se questo non piace, beh, non è colpa di Fantasy Magazine. Ma potete dare sempre il vostro contributo da un’angolazione diversa. Sarà molto apprezzato dalla redazione e dai lettori.

Leggo anche il suggerimento di fare distingui. Bah, io non ne vedo la necessità. Già mi danno fastidio le trecentomila classificazioni sulla letteratura fantastica e infiniti sottogeneri. Un libro si legge e se ne trae la propria opinione. Ci sono tanti appassionati della Meyer, perché è una lettura facile, non molto impegnativa e parla di una storia d’amore che piace alle ragazzine. Esistono persone, invece, che detestano la Meyer perché preferiscono leggere Jordan o Martin. Liberi di farlo. 

La parola distinguere, scusate, a me non piace proprio.

Altro punto: rapporto ambiguo Delos-Fantasy Magazine. Io questo rapporto ambiguo non lo vedo.
Mi pare alla luce del sole, basta leggere il colophon. Non ci vedo nulla di male se ogni libro della Delos viene presentato su FantasyMagazine, e se capita che a volte si scordi l’ennesima uscita fantasy Mondadori, pace. E’ come se il portale InfiniteStorie.it non parlasse delle uscite del Gruppo Mauri Spagnol. Inoltre, non mi pare ci sia imparzialità. Basta vedere le recensioni sui libri Delos, non mi sembrano un camposanto di 5 stelline. Tutt’altro.
Ampio spazio, infine, viene dato anche agli esordienti pubblicati da case editrici minuscole.
Altra critica che leggo: “foraggiare una mentalità da “ghetto” che porta a veri e propri linciaggi da parte di anonimi sconosciuti frustrati“.
Non mi pare che FM alimenti questo tipo di discussioni. E’ capitato anche a me, troll che hanno attaccato i miei libri sul forum. Neppure con i guanti, a dire la verità. Come per i redattori, anche i moderatori sono appassionati senza stipendio. Fanno ciò che possono.
Nel forum di FM ci sono anonimi frustrati perché non pubblicano? Magari fossero solo lì. Sono ovunque, c’est la vie. Poi, se si preferisce seguire un gruppo di Anobii perché là siamo solo osannati, va bene anche così. Questione di gusti.

Queste le mie opinioni. Tutto qua.

Anno nuovo, polemiche fantasy, libri letti e libri scritti.

Il 2010 è iniziato. Ripresa lenta dopo i “botti” di fine anno. Relax e lettura prima di tornare a lavorare. Lontani dalle solite polemiche sul fantasy. Passano i mesi, anzi gli anni, e si dicono sempre le solite cose. E incomincio ad averne le palle piene. dopo due righe mi cade la palpebra.
Il mio consiglio è rapido e indolore.
Molto natalizio.
Quindi, non ho tempo da perderci. Invece ho letto un libro meraviglioso. Si tratta de “Il bambino con il pigiama a righe” di John Boyne. Una lettura di poche ore, che vi terrà incollati alle pagine. L’olocausto visto dagli occhi ingenui di un bambino, dove i protagonisti si trasformano nel Furio e Auscit. Una storia toccante, commuovente. Una frammento di vita, di solitudine, di sentimento. Uno stile semplice e diretto.
Perché “tutto questo è accaduto tanto tempo fa e non dovrebbe più accadere. Non oggi.”

Non perdetevelo.
 
Ho trovato anche tempo per scrivere. Per chiudere l’epilogo di un altro libro. E’ ancora molto presto per parlarne, sarà comunque per l’inverno 2010.
A presto!

Fantasy on Air: Intervista Radio Impronta digitale

Per chi si fosse perso l’intervista alla radio Impronta Digitale di ieri sera, trovate l’audio al seguente link: FANTASYONAIR
Ringrazio la redazione di Radio Impronta Digitale per aver parlato dei miei libri e aver dedicato una trasmissione al mondo fantasy.
Non perdetevi le prossime puntate di Fantasy On Air 😉
Ci risentiamo per gli auguri di Natale!

PS: dimenticavo…. nell’intervista è stato reso noto il nome dell’editore che pubblicherà G* 😉

Ray Caesar

Oggi pomeriggio, mentre ero in centro alla ricerca di Nemo per mio nipote (OT: sembra facile, ma non lo è. ‘Sto pesce maledetto pare sia una linea estiva. Perché i pesci d’inverno si ibernano?), ho colto l’occasione per fare un salto alla gallery Mondo Bizzarro. Dal 5 dicembre fino al 28 gennaio c’è exhibition di Ray Caesar, un artista che fino a poco tempo fa non conoscevo. A lato uno dei suoi quadri più famosi, l’avrete visto in rete.
Lo trovo visionario, suggestivo e particolare, i colori che usa a dir poco fantastici, le idee assolutamente intriganti.
Insomma, se vi avanza qualche migliaio di euro sapete che regalo farmi. Non fate i tirchi, è Natale!!
Se vi capita di fare un salto in centro, Mondo Bizzarro sta in zona Porta Pia, trovate tutte le info sul sito che vi ho linkato. Fra l’altro a fine gennaio inizia l’exhibition Ultra Erotica, da non perdere ;). Ci andrei solo per vedere le opere di Michael Hussar, come questa (la riconoscete, vero?)
Ok, vi saluto, buon week end stressantissimo tra montagne di regali.
Io torno alla mia disperata ricerca di Nemo.

Libertà d’espressione e di parola

E aggiungerei anche un Alleluja. Salvaci. Alleluja.
Quanto ci piacciono le mode. Quanto ci piace guardare la TV e convincerci che quello che ci rifilano sia davvero fico. Tanto fico e anche fashion. Quanto ci piace leggere i giornali. Diventare dei fan. Superfan.
E sparare tante cazzate.
Perché sì, se ne sentono tante in giro. Dopo il tormentone Duomo sul Berlusca, adesso dobbiamo sorbirci la tiritera: vogliono imbavagliare il web! No, siamo liberi! Ribellione! Tutti in piazza! Dai, facciamo anche un bello sciopero. Tutti in piazza! 
Già, perché siamo animali istintivamente violenti. E con la memoria a breve termine. Specialmente se ti siedi in parlamento.
Aspettate, c’è un problema, ci sono i social networks, meno manipolabili delle testate giornalistiche. Ah, sì, che scemo, c’è pure facebook, quel coso famoso dove tutti si fanno i cazzi degli altri.
A noi piace tanto. Perché non c’è niente di male. Claro?
Esatto, dico proprio a te che metti le tue foto su facebook. Hai impiegato 14 mesi per scegliere quelle più fighe. Dark, intrigante, inaccessibile, sconvolgente. Da arrotolare le budella. ‘Mo che hai da lamentarti? Siamo tutti narcisisti ed egotici, in un verso o nell’altro. Grado più o grado meno. Ti ci sei messo perché ti piace essere guardato. Adesso non romperci le balle con i sofismi.
Ma torniamo al punto. Facebook, il male. L’oggetto demoniaco sfasciafamiglie. Un fulcro di tenebra altieresco.
E ora siamo spaventati perché qualcuno ci vuole imbavagliare (in anticipo, prevenire è meglio che curare).
Già, siamo sotto dittatura. Come in Cina. No, fermi, c’è una pseudo democrazia in Italia. O forse no? Vabbé, abbiamo una cultura diversa, non si impone una censura del genere in Italia.
Siamo tutti figli di Dante, lui sciacquava in Arno chi gli pareva. Papi compresi.
Alleluja Alleluja.
Sto divagando. Dov’ero rimasto? Già, Facebook, il vortice di violenza.
Ovvio, è giusto cancellare le roba creata dai mentecatti. Perché, sì, c’è ancora il razzismo al mondo. Una strana forma di machismo che persiste nelle ere geologiche. Che palle. Ah, sapete, mica va più di moda il colore della pelle. Antichi! Adesso ci attacchiamo ad altro. Anche i Rom non occupano più le prime pagine dei giornali. I gay sono in declino. Oddio, mi sto perdendo la nuova moda. Qual è? Io proporrei: uccidiamo il gatto persiano! Utile + dilettevole. Sapete, sono tremendamente allergico al pelo del gatto. Maledetto gatto. Estinguiti.
Secondo voi è abbastanza cool come gruppo?
Dicevo? Sì, di evitare che si creino gruppi del tipo: “Uccidiamo Berlusconi!” “Tartaglia, Santo Subito!
Beh, corretto. Giusto. Ovvio. Hum.
Scusate? Toc, toc?
Buongiorno. Il sole splende alto nel cielo. Fa un freddo cane che ti si congelano le chiappe, ma le previsioni sono ottime. Un futuro radioso e perfetto.
No, perché, tanto per la cronaca, ‘ste robe non sono nate dopo la caduta del Duomo su Berlusconi. C’erano pure prima, ma nessuno gridava allo scandalo. Nessuno voleva fare delle leggi ferree, intransigenti, dure, concrete… zzz… zzz… Scusate. A volte sono narcolettico.
Dicevo? Ah, fermiamo la violenza su facebook! ci dice il governo.
Alleluja Alleluja. Allora aprirò il gruppo: politici, santi subito!
Ecco, adesso però mi sento, come dire, contrito. Faccio due conti, un integrale e una radice quadrata. Qualcosa non mi torna.
No, perché tempo fa avevo visto un gioco che si chiamava “Rimbalza il clandestino“. A occhio e croce non mi era parso un passatempo che insegnasse a essere pii e generosi. Aveva una sfumatura, come dire, un po’… violenta? Ah, aspettate. Che smemorato. Poi c’erano le pagine che ci insegnavano ad amare il prossimo come noi stessi, di questo tipo.
Bah, se la senilità non mi gioca brutti scherzi, mi sembrano gli stessi che sono al governo. Qui c’è gente che passa di qua e di là. Non ci si capisce più un tubo. E che palle.
Sto perdendo colpi.
Hum.
Ok, mi arrendo.
Sono effettivamente confuso.