Lo so, ultimamente si è un po’ rallentata la frequenza con cui scrivo i post su questo blog. Anzi, strano che Naeel non mi abbia già cazziato a dovere, ma il motivo è molto semplice: la signorina in questione sa che, altrove, sto narrando di una sua omonima, una certa Lady Naeel e forse ha deciso di tenere a freno la lingua. Possibile? Hum, ci credo poco. E’ più facile che le sia venuto il colpo della strega.
Anyway, sì, il motivo è proprio quello. Sono alle battute finali di Prodigium 2, immerso totalmente nella scrittura la sera, nel lavoro il giorno. Il tempo libero si è liofilizzato. Pace, ancora una settimana di sforzo, poi mi prendo una bella vacanza dalla scrittura, per rilassarmi un po’. Dalla scrittura, dicevo, non dalla lettura visto che mi aspetta una pila di documenti da leggere per quel progetto che vedrà la luce i primi mesi del 2010.
Ah, dimenticavo. Mi sono arrivate le copie di Estasia Nemesi. Donc, l’impatto è stato abbastanza forte all’inizio, perché ero convinto che avesse la stessa dimensione dei libri precedenti. Non ho fatto il conto delle battute, ergo mi sono trovato un volumetto che ha una trentina di pagine in più dei precedenti. Prezzo identico, per la vostra felicità, nessuna inflazione o altro. Bella la copertina di Mario Labieni, intriganti ed evocative le immagini interne di Emiliano Petrozzi, anche se nella resa in bianco e nero sono venute un po’ scurette.
Ho aperto una pagina a caso, pensando tra me e me: “Se trovo un refuso mi uccido”. Lette 3 righe, l’ho chiuso subito. No, non ho trovato refusi, ma come sempre so che ci saranno. E la cosa mi infastidisce sempre. Siamo in 3 o 4 persone a rileggere il libro prima che vada in stampa, ma inevitabilmente in prima stesura sfuggono sempre degli errori.
Maledetti refusi. Vi odio. vi brucio.
E noi?, mi direte. (No, non che prendete fuoco, nel senso di quando vedrete tutto l’ambaradan). Beh, ho pensato di lasciare a FantasyMagazine l’esclusiva sul materiale di Estasia Nemesi, quindi dovrete aspettare che sia pubblicata la news, credo lunedì o al massimo martedì prossimo, a ridosso dell’uscita in libreria.
E ora mi tranquillizzo, tornando a scrivere di morte e catastrofi, come sempre accade nei finali dei miei libri. Altrimenti mi sale l’angoscia su Estasia3, e finirò in un loop infinito di domande del tipo: “Piacerà-non piacerà. Fa cagare-non fa cagare. E’ il peggiore- no è il migliore, che palle-ma su, che va bene”.
Full stop.