E’ trascorso qualche mese da quando ho terminato l’ultima stesura di Nemesi, il capitolo conclusivo della trilogia Estasia. Ho atteso un po’ di tempo prima di parlarne, mi sono immerso nella stesura di Prodigium 2 per distaccarmene completamente.
Come sapete, il 15 aprile potrete leggere come si conclude la storia.
E’ difficile spiegare la genesi di questo libro, perché quando stavo scrivendo lo storyline mi accorgevo passo dopo passo che avrebbe rappresentato una nuova frattura con il precedente volume. Così come “il Sigillo del Triadema” ha significato un salto rispetto a “Danny Martine e la Corona Incantata”, ma da una prospettiva totalmente differente.
Ogni volta mi chiedo come reagiranno i lettori. Se ne saranno soddisfatti, se i cambiamenti che ho apportato alla complessità della trama e dello stile saranno graditi. Non lo so, anche perché una delle cose che ho imparato in questi anni è che ogni lettore è diverso dall’altro.
Del resto, in tutta sincerità, quando ho scritto Estasia3 non mi sono preoccupato eccessivamente di questo punto. Stavo percorrendo un cammino, che mi aveva condotto fino alla pubblicazione di Prodigium. Ecco, Estasia 3 raccoglie l’eredità di quel libro, la trasforma e la reinventa nel mondo di Estasia.
Credo che questa sia l’unica certezza.
Spoiler? Non servono, perché vi toglierei il gusto della lettura, ma qualche piccolo cenno posso darvelo.
Nemesi avrà una trama complessa. Un romanzo corale, dove i personaggi che sono sempre stati secondari diventeranno primari, e viceversa. Un libro più cupo dei precedenti, meno per ragazzi e più per giovani adulti.
Come sempre accade nei miei libri, molte rivelazioni e colpi di scena, stavolta diluite in tutto il romanzo, senza finali cardiopalmi. Scelte drastiche che magari vi piaceranno, oppure che vi faranno storcere il naso.
Lieto fine? Non lo so. Non amo i finali alla Walt Disney, lo sapete. Leggerete, mi direte.
Ho fatto delle scelte particolari in Nemesi, l’obiettivo principale era quello di chiudere tutte le trame e sottotrame aperte nei volumi precedenti, raccontandovi il passato, il presente e il futuro di Estasia. Facendovi capire che molte cose che avete dato per scontate in realtà per me sono sempre stati appunti fondamentali. Sapevo dove e come tirarli fuori, fin dall’inizio. E che tutto si sarebbe incastrato.
Per questo, sono stato costretto a ridurre la parte… didascalica del libro. Estasia nasce come un romanzo di formazione, ma nel terzo volume assisterete a una virata. Perché i tempi erano maturi affinché il libro si trasformasse.
Ho reinventato Estasia per l’ultima volta, catapultandovi nella stessa ambientazione del primo volume. Vi ho parlato dei sette peccati capitali, decidendo di fonderli direttamente con l’arte. Ho preso spunto da Frida Kahlo (la mia pittrice preferita), da “La persistenza della memoria” di Dalì, da Albrecht Dürer, dalle coreografie di Martha Graham. Ho omaggiato gli Inni Orfici.
Ho dovuto poi amalgamare il tutto, rendendo vive le emozioni, i dolori, i più intimi segreti dei miei personaggi. Muovere una decina di protagonisti, in una lunga battaglia che occupa cinque capitoli.
Ne è uscito Nemesi.
Forse il romanzo più complesso che ho scritto fino a oggi. Il più difficile. Perché parlare ai ragazzi, velare delle allusioni, rendere poliedrici personaggi, parlare di argomenti complessi senza snaturarli… beh non è affatto facile, benché si tenda a credere il contrario.
Ci ho provato, tutto qui. Spero che vi piaccia.