Considerazioni sull’articolo del Corriere della Sera

Appena tornato da Parigi, con la camera ancora invasa tra bagagli e pacchi.

Vi segnalo nel frattempo l’articolo uscito per il Corriere della Sera Firenze, registrato via telefono quando ero Parigi: http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/arte_e_cultura/2009/13-marzo-2009/tanti-piccoli-tolkien-ragazzi-anelli-1501084164742.shtml
Dunque, qualche piccola considerazione in merito. In Francia non ho avuto la possibilità di visionarlo con attenzione perché disponevo di una connessione saltuaria, ma devo ammettere che la giornalista Chiara Dino ha “riadattato” le mie parole per esprimere una sua personalissima opinione.
Partiamo dall’incipit del suo articolo: la ricetta (che suppongo e spero sia frutto solo del suo pensiero).
Ecco, non esiste un consiglio più sbagliato per un esordiente. Non è così semplice e banale confezionare un romanzo fantasy e farselo pubblicare da una casa editrice, né queste ultime sono così deficienti da produrre tutto ciò che gli capita sotto tiro. Mi pare un punto superfluo, ma forse è bene sottolinearlo. Le case editrici cercano libri di qualità o commercialmente vincenti, ma nessuna di queste caratteristiche è così facile da trovare.
Procediamo quindi alla parte che mi riguarda. Premetto che la giornalista ha semplificato _e tagliato_ la lunga chiacchierata telefonica, travisando il mio pensiero e riassumendolo nell’equazione fantasy = letteratura di evasione. Sapete benissimo che penso tutt’altro, benché io stesso non neghi che la letteratura fantastica PUO’ anche essere evasione. Non per forza un libro deve essere impegnato, un saggio o un affresco di un periodo storico, a volte i lettori hanno bisogno di letteratura di puro intrattenimento, come una Littizzetto o un Fabio Volo. Ma il fantasy non si riduce a questo, è solo una delle tante sfumature.
NON HO MAI DETTO che il fantasy attira il pubblico adulto proprio “perché così disimpegnato e televisivo“. Anzi, non ci vedo nulla di televisivo nel fantasy, a meno che la giornalista non abbia letto un reality fantasy (non me ne stupirei, visto che la TV ci propina reality in tutte le salse. Ha confuso Tolkien con il Truman Show?).
Non mi dilungo qui a spiegare perché ho scelto il fantasy e cosa penso di questo genere, sono concetti che ho espresso ampiamente nelle varie interviste e presentazioni.
Non aggiungo altro, è più che sufficiente così per farvi capire il senso dell’articolo.

Intervista nel Corriere della Sera

Oggi tour de force a Parigi: Museo del Louvre e d’Orsay, Tour Effeil, Arco di Trionfo. Non potevo rivedere la Gioconda, la Venere di Milo, Amore e Psiche (sì, l’ho citata anche in Prodigium), Vang Gogh (adoro… la sua camera ;)) e tanto altro.
Proprio quando ero sotto la Tour Effeil, ho fatto un’intervista telefonica al Corriere della Sera, edizione Firenze. L’articolo uscirà domani venerdì 13 marzo, se avete l’occasione di prenderlo… conservatelo per me, ché mi risulta un po’ fuori mano procurarmelo 😉
A bientot,
Francesco

Lo strano caso di Benjamin Button

Con la simpatica funzione di autopubblicazione, questo post andrà online mentre girello per Parigi 😉
Capita spesso durante le presentazione dei miei libri o nelle interviste che mi sia chiesto quale libro mi sarebbe piaciuto scrivere. Bene, adesso posso dire che avrei voluto creare la storia de “Lo strano caso di Benjamin Button”. Ho visto il film l’altra sera prima di partire per Parigi e ne sono rimasto davvero impressionato, non solo per l’originalità della trama ma soprattutto per come sono reinventati i sentimenti. Benjamin nasce vecchio, orfano di madre che muore dandolo alla luce, abbandonato dal padre che vede in lui solo un orribile mostro.
Benjamin cresce in uno ospizio, vivendo l’adolescenza con un minuscolo corpo di settantenne ma un animo ragazzino, e lo spettatore vede la vecchiaia con i suoi occhi da un’angolazione del tutto particolare. Benajmin cresce e allo stesso tempo ringiovanisce, sentendosi sempre più vivo e bisognoso di conoscere il mondo. Un mondo che lo rifiuta e lo tratta come un diverso, in un’epoca tormentata a cavallo tra le due guerre mondiali.
Poi, come ogni storia che si rispetti, giunge anche l’amore, un amore che corre però su binari paralleli e inversi. Lei invecchia, lui ringiovanisce. Lei è destinata alla morte in un corpo debole e consumato, lui a ritornare un neonato.
Non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa del film. Non aspettatevi colpi di scena o effetti speciali alla Marvel, ciò che vince in questa storia è la semplicità dell’emozione, del sentimento visto da una prospettiva del tutto particolare.

Quattro giorni di ferie

Piccolo break. Ogni tanto ci vuole, per staccare e riposarsi. Quattro giorni a Parigi, una città che ho sempre amato. Visita nei luoghi più turistici, nuova esplorazione al Louvre e al Museo d’Orsay, se ce la faccio capatina al cimitero del Père Lachaise, giusto per salutare Oscar Wilde e Jim Morrison. Ah, beh, anche un piccolo ritorno all’infanzia, non può mancare una tappa a Disneyland.
A domenica e buona settimana a tutti!

Jacko addio

Oggi mi è capitato di leggere questo articolo di repubblica: http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/persone/michael-jackson/michael-jackson/michael-jackson.html

Vi dico la verità, un po’ ci sono rimasto male. Ok, forse Jacko negli ultimi anni non ha goduto di grande popolarità, del resto era scomparso dalla scena ormai da molto. Non so se le accuse di pedofilia siani veritiere, sappiamo tutti a che livello può giungere la distorsione dei media pur di “magnarci sopra”.
E’ indubbio che Michael Jackson è stato un personaggio contorto e intrigante, una pietra miliare nella storia della musica, re del pop negli anni 80, affiancato solo da Madonna.
Jacko è stato una stella incontrastata nella musica e nel ballo, capace di catalizzare l’attenzione di milioni di fan in tutto il mondo e di realizzare concerti unici e incredibili.
Poi, indubbiamente, è anche un artista un po’ pazzo. Non ho mai compreso bene se il suo desiderio di avere la pelle bianca fosse vero o una montatura dei media. Se si sia sottoposto a continui interventi chirurgici, quali magiche pasticche abbia preso. Chissà dove sta la verità, anche perché alcune voci erano alquanto assurde, come quella che dormisse in una camera iperbarica stile vampiro.
Non lo so, forse quello che mi rende così clemente è il fatto che la musica di Michael Jackson in qualche modo è un pezzo della mia vita. Thriller, Black or white e tante altre mi ricordano scene della mia adolescenza. I primi CD, i primi concerti mega galattici in cui rimanevi a bocca aperta e sognavi di diventare come lui, di riuscire a imitare quel dannato moonwalker.
Adesso tutto sembra finito, Jacko sta per salutarci per sempre, con una serie di concerti forse sottotono, che serviranno solo a ricoprire i suoi debiti ingenti.
Mi domando se nella nostra era, quella di Amici, Xfactor e Big Brother, potranno nascere altri artisti di questo calibro. Non lo so, ho l’impressione che l’arte, in ogni sua forma, stia prendendo una piega strana, sempre più dipendente dal budget e meno dalla creatività e dalla qualità.
Forse mi sto sbagliando, è solo un momento passeggero. Spero solo che prima o poi nascano altri Re del Pop, che non siano le consuete stelle comete alle quali siamo fin troppo abituati.

Mantova Comics – 2 parte, Presentazioni

Mantova è stata veramente una scoperta, non pensavo che la città fosse così bella. Insieme a Valberici e consorte, Fabio ed Elio ho trascorso una piacevole serata, mentre il buon Azzolini ci faceva da Cicerone tra le vie del centro storico.
Il giorno successivo era denso di impegni: alle 11.30 la presentazione con Cecilia Randall, alle 14.30 il panel sulla narrazione fantastica. Il primo evento è stato un successo, seguito da più di 50 persone. Luca ha moderato l’intervento proponendo domande interessanti.
Il secondo appuntamento, a dire la verità, aveva poco a che vedere con la letteratura fantastica, dato che era concentrato quasi esclusivamente sulla narrazione interattiva del videogioco, ma è comunque andato bene.
Soprattutto sono stato felice di vedere tante persone con le quali mantengo contatti solo virtuali. Jadel Andreetto, dell’ensamble Kai Zen, un tipo tosto e all’avanguardia, gli editori Asengard e La Corte, scrittori come Uberto Ceretoli, Massimo Bianchini, Riccardo Coltri, e anche illustratori come Paolo Barbieri e Alberto Dal Lago. Sono rimasto sinceramente colpito dalla disponibilità di Paolo Barbieri, che è senza dubbio uno dei disegnatori più quotati del momento ma anche un tipo solare e alla mano.
Insomma, a parte le disavventure che vi ho raccontato nel precedente post, il Mantova Comics si è rivelato un evento molto interessante.
Come ho annunciato su Facebook, il prossimo appuntamento nel nord italia è a maggio, durante la Fiera del Libro, con un minitour di presentazioni. Vi fornirò ulteriori dettagli fra non molto.
Sarò anche alla Fiera di Bologna a fine marzo, ma non credo ci sarà l’opportunità di incontrarci.
Non parteciperò invece al Fantasio Festival, purtroppo per adesso la manifestazione tiene un target che è troppo basso persino per Estasia.

Ah, dulcis in fundo. Estasia – Nemesi, il terzo e ultimo capitolo della saga, uscirà il 15 aprile. Presto posterò qualche spoiler sul libro, mentre per la cover toccherà attendere fino alla fine del mese/primi di aprile.

Un abbraccio a tutti!

Mantova comics, parte 1 – la sfiga

Ieri sono ritornato stanco morto dal Mantova Comics.
E’ stata una bel viaggetto, non privo di qualche momento di consueta sfiga. Da Roma a Mantova sono circa 4 ore e mezzo di macchina, ma eravamo in tre (con Elio e Fabio) e ho preferito l’auto al treno.
Nel pezzo peggiore dell’autostrada, tra Firenze e Bologna, sento un rumore strano e la macchina che inizia a sbandare. Mi fermo sulla corsia d’emergenza, e ovviamente mi accorgo di aver bucato. Pit stop 10 minuti, elio mi aiuta a cambiare la ruota a tempo record, ma la Stilo ha solamente il ruotino di scorta, dobbiamo trovare un gommista. Inutile dire che in autostrada nessn distributore è attrezzato, così dopo 70KM a un’andatura di 80KM orari, devio per un paese di nome Carpi. Arrivo dal gommista, che mi consiglia di cambiare entrambe le ruote anteriori, per un problema di convergenza anche l’altra ruota rischia di scoppiare.
Arriva una la responsabile e ci accordiamo sul lavoro da fare, quando lei mi chiede: “Si trova meglio con una Michelin o una Pirelli?”
La guardo storto. “Mi scusi, le posso dire se mi trovo meglio con un’adidas o una nike, ma che ne so delle marche di gomme? Mica le cambio tutti i giorni.”
L’altra sospira, quindi chiama il capo per telefono. “Ciao, senti devo decidere per una Pirelli o Michelin, ma il cliente vende scarpe.”
“Hum… no, non vendo scarpe. Ma mi capita di cambiarle più spesso delle ruote della macchina!”
“Certo… sì… ok. Bene, il capo le consiglia una Pirelli. Preferisce una V o una H? Altrimenti avrei una T, ma non mi convince.”
Inizio a innervosirmi. “Certo, io preferisco la G. Facciamo tutto l’alfabeto?”
“Come scusi?”
“Senta, devo arrivare a Mantova, e domani tornare a Roma. Mi dà una cavolo di ruota?”
Alla fine ce l’ho fatta. Arrivati sani e salvi a Mantova, dove il buon Valberici mi aspettava.
Sfiga vuole che la scheda di memoria della macchinetta fotografica contenente tutte le foto e video non funzioni più. Insomma, niente filmati, solo pochissime foto.
Ahimè! La sfortuna mi perseguita oppure, come credo, è contagiosa. Chi ha buone orecchie per intendere… insomma domani vi parlerò delle due presentazioni, ma anche di qualche interessante conoscenza come Paolo Barbieri, Alberto Dal Lago e Jadel Andreetto.